martedì 8 luglio 2008

E ora si vola...

Ci sono dei giorni che credi non sia possibile arrivino per davvero. Non ché li temi, non ché li attendi con ansia, semplicemente sembrano così lontani e assurdi da non dare peso alla loro realtà. Pensi che 304 giorni non possano passare, e invece ti scivolano tra le mani: è il momento di tornare a casa.
Una nuova traversata, su una rotta già percorsa. Dieci mesi fa rincorrevamo il sole, con un bagaglio di aspettative e punti interrogativi. Domani si vola nel verso opposto, carichi di esperienze ed emozioni di cui con questo blog ho cercato farvi assaporare la superficie.
Ora ci si aspetterebbe il post dei bilanci e delle conclusioni. Ma mi sento ancora così immerso in tutto ciò che abbandonerei ogni oggettività per lasciare spazio a puro e poco giornalistico sentimentalismo. Talvolta i sentimenti stanno meglio su una Moleskine o semplicemente al loro posto, in quanto altrimenti darebbero voce a un guazzabuglio di pensieri contrastanti.
Sono allo stesso tempo contento ed amareggiato di dover partire, mi sembra quasi scontato scriverlo. Ho vissuto qui per un anno, mi si sono presentate occasioni che non avrei immaginato, sono stato in grado di coglierne una parte e ne ho lasciate sfuggire altrettante, ho conosciuto un sacco di gente interessante, mi sono immerso in una cultura estremamente diversa dalla mia, ho viaggiato più che nel resto della mia vita (da New York alle Hawaii, per farla breve).
Se devo essere sincero, la più grande paura è starmene lontano per due mesi da Emanuele, che rimarrà qui per trascorrere l'estate insieme alla coreana Liz. Stare senza mio fratello per un periodo così lungo potrebbe rivelarsi noioso. Il resto non mi preoccupa più di tanto.
Però una cosa è certa: questo è il post conclusivo del mio blog, partito a gonfie vele e ultimamente così avaro nel numero di post, tenuto vivo dai vostri interventi, che hanno dato un senso ai miei racconti. Sarà interessante rileggere tutto, dall'inizio alla fine, anche se ciò non significherà affatto rivivere le emozioni di cui sono stato il protagonista, il co-protagonista o magari semplicemente il saccente critico. Certe emozioni possono essere vissute una sola volta, dall'arrivo all'Hilton di LAX, quell'ambiente che mi pareva quasi irreale, al prossimo pranzo da In&Out, il mio saluto a San Diego e alla California.


Qui si chiude qualcosa che non voglio nominare semplicemente "un capitolo della mia vita". Qui non termina solamente un anno di studio all'estero. Qui termina il mio anno in California, una cosa non da tutti i giorni, una cosa che lascia il suo segno in modo così inaspettato e indelebile... in attesa di ispirazione per nuovi e interessanti sviluppi che non vedo l'ora di condividere con tutti voi.

E da San Diego è tutto,
Lorenzo

venerdì 4 luglio 2008

4 luglio, un giorno come tanti.

Oggi è l'independence day, forse va con le iniziali maiuscole, ma poiché non mi interessa prendere parte allo sprito di una festa rivestita di nazionalismo made in USA lascio le minuscole senza far la fatica di correggere.
Probabilmente guarderò il famoso film Independence Day non sottotitolato, mi farò un barbeque e "spenderò" il tempo restante placidamente disteso in piscina, con qualche pausa-allenamento finalizzata ad incrementare il mio metabolismo e a procurarmi una "fame cronica" che mi sarà tanto utile al mio ritorno in Italia.
Questi giorni sono trascorsi più o meno tranquillamente, caratterizzati dall'intenzione sfumata di un ultimo viaggio, sfumata a causa del fatto che ho finito quasi tutti i miei soldi e non ritengo di meritarne ancora. Occasione per godersi ancora un po' il clima di San Diego, caldo ma non soffocantemente afoso, con nuvole solo sopra le spiagge di La Jolla. Ho avuto finalmente modo di passare un pomeriggio alla Coronado Beach, sull'isola di Coronado (quella collegata a San Diego dall'omonimo ponte), considerata la spiaggia più bella della California: enorme (quindi spazio in abbondanza), onde non antipatiche, assenza di alghe e di insetti che ti si mangiano vivo, al contrario di La Jolla Shores.
Da segnalare che ci siamo ben ambientati nei nostri 24 anni, festeggiati in modo poco plateale, ovvero senza feste da decine di persone (essendo le persone che ho conosciuto ormai disperse in tutto il mondo), ma comunque significativo: barca a vela e niente meno che il concerto di Mr B.B. King!!! L'uomo considerato dalla rivista Rolling Stones il quarto chitarrista della storia, nonostante gli 82 anni suonati, nonostante le lunghe parentesi sottratte alla musica e riempite di discutibili discorsi a sfondo semi-sessuale accompagnati da sottofondo musicale, appena tocca le corde della sua Lucy sa ricordare a tutti che è l'incarnazione del blues.
Ieri mi sono definitivamente rotto delle discoteche americane, per vari motivi: la necessità di aspettare un sacco in fila accoppiata al fatto che all'una ti mandano via, la presenza di buttafuori che anzichè prevenire le continue risse preferiscono controllare e centellinare l'ingresso dei clienti, la musica hip-hop (perdonami, Elia), e la gente che ti guarda male e ti pesta i piedi senza chiedere scusa. E poi non sanno fare i cocktails...
Però qua ci sono gli Starbucks, e i musicisti di colore, due cose davvero invidiabili.

martedì 24 giugno 2008

Aloha!



Benvenuti a Jurassic Park, benvenuti nell'Isola-che-non-c'è....
Ora capisco perchè Spielberg abbia scelto l'isola di Kauai come scenario dei suoi famosi film: non solo per la vegetazione selvaggia che la ricopre, valendole l'appellativo di "garden-island" dell'arcipelago delle Hawaii, ma anche per la bellezza delle spiagge e la possibilità di godersi un po' di relax tra un atto e l'altro!
Io e Silvia siamo stati ospiti dell'isola e dei suoi galli (il gallo è l'animale ufficiale, che vive in strada, sulle spiagge, nella giungla) per 6 giorni, troppi pochi per goderne appieno, abbastanza da innamorarsi dei suoi tesori.

Sapevamo che una specie di paradiso naturale era pronto ad accoglierci, le aspettative erano alte in partenza, ma appena lasciato l'aeroporto di Lihue, armati di collane di fiori, siamo rimasti stregati da tutti i segreti che Kauai offriva ai nostri occhi... spiaggette incontaminate e non invase dai turisti, romantici rifugi nascosti dalla vegetazione... canyon impervi e sentieri nelle foreste... coste contornate dalle palme da cocco, con sabbia vellutata e acqua cristallina dalle sfumature verdi e azzurre... fiumi che si snodano nella giungla che riveste l'isola...
Un crescendo di emozioni che ha raggiunto il suo culmine lunedì (l'ultimo giorno) quando abbiamo risalito in kayak lo Wailua river, ormeggiato l'imbarcazione sulle rocce, guadato il fiume, per incamminarci in un districato percorso immerso in una foresta di mango (e spruzzata del profumo di mango maturi che dagli alberi cercano di bersagliare i passanti) fino alla piscina naturale delle Wailuao Secret Falls, non raggiungibili in altro modo. Una doccia fredda sotto una cascata alta 50 metri, con una ragazza bellissima, in una foresta di mango, col cantare dei galli, lontano da tutto e da tutti. Cosa posso chiedere di più da una vacanza? (Magari la pizza di nonna Milvia...)
Ho iniziato a raccontare dalla fine... una giustificazione, ancora una volta, per evitare uno schematico resoconto, che sarò lieto di offrire accompagnato da foto a chi lo richieda. Qualcosa invece di preciso e conciso per tutti voi che imperterriti continuate a leggere le note delle mie avventure.
La nostra base si chiamava Kauai Sands, il piccolo e semplice hotel che circonda un prato che si estende fino all'oceano, con stanza con ventilatore e "vista-giungla", e ristorantino a 10 metri dall'acqua per le colazioni a base di pancakes con macadamia (noci hawaiane), cocco grattugiato e sciroppo di latte di cocco. Ogni mattina sveglia alle 8, anche perchè le 3 ore di fuso aiutano, e partenza in auto (l'isoletta è piccola ma non troppo) alla ricerca di qualcosa più o meno a caso, armati di guida di Kauai. Tutto il giorno in giro, fino al tramonto, e per la sera non c'è nemmeno un locale, cosa che ho apprezzato tantissimo: una vacanza in segno della natura, della scoperta e del relax, totalmente diversa dai miei ritmi abituali.
Il sole picchia, data la posizione tropicale di Kauai, 22 gradi nord se non erro, che significa sole allo zenit a mezzogiorno del solstizio d'estate. O ci si riempie di crema o ci si ustiona in un istante, persino alle orecchie. Nonostente ciò, sono riuscito ad abbronzarmi, Silvia un po' meno dato il suo colorito estremamente chiaro.
La mia parte preferita dell'isola è stata la parte nord, più ricca di vegetazione e corsi d'acqua, in uno dei quali ho affittato un kayak per 24 ore, da mezzogiorno a mezziogiorno. Il primo giorno dei due abbiamo raggiunto l'oceano, il secondo abbiamo risalito il fiume fino a dove fosse possibile... e ora mi rendo conto di quante zanzare ci fossero, visto che per il prurito da bolle mi pare di avere le pulci dappertutto, persino nelle orecchie.

Un'altra bella avventura è stata la camminata di venerdì in un bellissimo canyon dai colori verde chiaro, verde scuro, rosso terra e gricgio: nulla a confronto della maestosità del Grand Canyon, ma di sicuro uno spettacolo emozionante. Chi si aspettava che l'isola offrisse anche questo?
Così in un attimo la bellissima vacanza è giunta al termine, e mi trovo di nuovo a San Diego, due settimane esatte prima della partenza, e in attesa del ventiquattresimo compleanno dei gemelli!!!

sabato 14 giugno 2008

One more time...

Bye bye I-House... e si chiude in bellezza, ultima festa, ultima serata, più o meno tutte le persone che ho conosciuto negli ultimi 9 mesi, 3 piani più l'I-walk pieni di gente... io, Emanuele e tutti gli italiani di San Diego, sempre in prima fila, sempre i peggiori... tutti i francesi (martedì ci siamo promessi a vicenda di suonarcele) e i cileni furbetti, gli olandesi (ebbene sì, anche loro), i brasiliani, gli australiani, le spagnole, e i rappresentati di Scozia, Messico, Inghilterra e una ventina di altri Paesi, e poi tutti gli americani, e che altro dire? Non so, non so che raccontare, forse non sono in grado di esprimere degnamente cosa questa festa abbia significato, cosa mi passi per testa... chi ha vissuto esperienze simili può forse in parte capirmi, anche se qua si parla della California.
Nove mesi che sono volati, nove mesi che mi sono passati sotto il naso, nove mesi che mi hanno offerto così tante cose che in gran parte non sono stato in grado di cogliere o non ho avuto il tempo di assaporare, nove mesi che credo non dimenticherò molto facilmente...
Nove mesi che mi hanno cambiato e che ho avuto l'onore di condividere con persone fantastiche: quel campione che mi somiglia e che tanti ancora confondono con me, quella ragazza con capelli gialli e gli occhi blu che da un anno è la mia bimba, il "terzo Coviello" e compagno di merende Anrea Tullj, il mio coinquilino-amico Mark, quel fenomeno di Marco Broccardo, la coreana Liz Kim- la prima ragazza che reputo degna di mio fratello , l'uomo-multa Carlo, quel genio di Borri, il piccolo ma grande Cardone, il letargico Gioele, il piccolo roditore milanese di nome Paola, Ahmed- il più grande Egiziano che abbia mai conosciuto, e poi quel clown che ha reso possibile "quella volta di San Diego".
E tutti gli altri, che non sto qua ad elencare...
Boh, quando arrivi pensi di avere fin troppo tempo... ma questo, beffardo, ti frega e passa più velocemente di quanto dovrebbe, e così arriva l'ultimo giorno, si consegnano le chiavi e ci si saluta.
E ora che si fa? Per iniziare mercoledì me ne vado alle Hawaii con Silvia, più precisamente nell'isola di Kauai, per una vacanzina da sogno (grazie al mio vecchio sponsor cui suggerisco la famosa frase di Totò), e poi sto pensando a qualcosa di bello anche per il genetliaco dei gemelli... boh, si vedrà, ma non vi deluderò, lo prometto!
Intanto è finita un'era, l'era della UCSD e dell'International House.

domenica 1 giugno 2008

Ogni tanto passo per casa. E allora scrivo...

La frequenza dei post su questo blog sta diminuendo vertiginosamente... se continuo di questo passo, tra 5 o 6 post sarò in Italia... sono appena tornato da Santa Barbara, dove ho passato un bel weekend a casa di Silvia con gli altri italiani di San Diego, tra cui il famoso Andrea Tullj. Ce la siamo piacevolmente passata non stancandoci troppo e non riuscendo mai ad arrivare fino alla spiaggia, distratti prematuramente da altre cose, tra cui un concero all'aperto in un prato recintato che raccoglieva tutti i fricchettoni di Isla Vista. Un po' anacronistico, a parte qualche vero Hippy sessantenne, arrivatii da 40 anni fa con barba lunghissima e armati di hula-hoop. Odore di canne, gente che lanciava tortillas per divertimento, un sole che scioglieva tutto lo scioglibile e un gruppo di musicisti vestiti da buffoni che suonava funky.
La sera di sabato ho preso parte a un sunset cocktail party su una barca, insieme a Silvia, Tullj, Broccardo, Caterina e Simonetta, quest'ultima credo mai nominata prima d'ora nel mio blog. Partenza dal Santa Barbara Harbor e via in mare per godersi il tramonto. Peccato solo di essere salpati un po' ritardo, dopo il tramonto. L'idea era carina, la qualità del cibo scadente, le onde fastidiose tanto dal causarmi un po' di nausea, e il vento così pungente dal farmi pentire di essermi vestito troppo leggero. Se solo ci fosse stata nonna Milvia a ricordarmi la giacca a vento...
E dunque oggi, accolto da Emanuele, sono rientrato nella mia camera dell'International House della UC San Diego. Credo che sia l'ultima volta che rientro alla I House dopo un viaggetto, visto che tra 12 giorni la devo levare le tende. Pensarci mi fa un certo effetto... sono stato bene in questa stanza, che mi ha accolto al ritorno di ognuna delle mie avventure. Non poche avventure: New York, il tour lungo la Baja California in auto fino a Cabo San Lucas, le 2 volte a San Francisco, le 3 volte a Las Vegas, il Grand Canyon, Disneyland, 3 o 4 volte nella Orange County, Tijuana, non so nemmeno quante volte a Santa Barbara, un paio di volte a Puerto Nuevo in Mexico, e le 8 volte a Los Angeles tra Santa Monica, Venice, Downtown, Beverly Hills, i Lakers... Boh, forse dimentico qualcosa. Di sicuro ometto tutte le prossime mete, che saranno svelate solo a tempo debito...
Ma non è ancora tempo di bilanci, visto che ho ancora un mese e una settimana prima della partenza... tutto sommato, sono a sette ottavi di questi dieci mesi in California. In un ottavo posso vivere ancora un sacco di esperienze. Meglio darsi da fare!

mercoledì 21 maggio 2008

A grande richiesta...

Sono solo 9 giorni che non do mie notizie e già molte persone si sono lamentate. Quindi, a grande richiesta, sottrarrò qualche minuto al mio incostante studio per soddisfare la vostra sete di notizie.
Tornando alla scorsa settimana, due sono gli eventi degni di nota: giovedì il ritorno di Andrea Tullj (che ci ha portato olio dei suoi contadini e Pan di Stelle)e venerdì il Sungod Festival.
Tralasciando il primo argomento, il Sungod è letteralmente il dio sole, ovvero una statua colorata situata in un certo punto dell campus. Probabilmente quando hanno deciso di organizzare un festival della UCSD, hanno costruito la statua colorata tanto per avere un soggetto con cui giustificare un nome.
Il Sungod è il giorno in cui un'università di nerd si anima e carca di trasgredire, almeno per quanto ciò sia possibile negli US. In qualche zona del campus, le autorità chiudono qualche occhio riguardo al consumo di alcolici e i ragazzini letteralmente impazziscono, andando giù di vodka e ruhm dalle 9 di mattina. Il risultato è tutti ubriachi prima di pranzo e pronti ad andare a dormire dopo pranzo. Il problema di fondo è che quando sciogli le catene di animali tenuti legati tutta la loro vita, questi prendono il largo senza misura, usaurendo velocemente tutte le energie e trovandosi presto esausti. Nonostante ciò, la giornata è stata divertente, perchè quando bevi 4 ruhm e coca alle 2 del pomeriggio, ti diverti anche se le feste ti fanno schifo. A proposito, ho quasi dimenticato di dire che i campi di atletica del campus vengono circondati da un recinto al cui interno viene allestito un palco, che accoglie una line up di artisti decisamente discutibile, di cui tutti si sono lamentati. Il basso livello delle attrazioni offerte agli studenti, ha reso l'alcool l'unica vera attrazione, tanto che la zona del palco è stata più o meno vuota tutto il giorno, anche perchè lì era vietato bere. A proposito, tutto è finito a mezzanotte, ma forse lo spirito è finito ben prima... vorrei tornare indietro a quando ero giovane, ai tempi di Woodstock. Si vede che non sono stato entusiasta del Sungod?
Due curiosità. Sapete come si aprono le banane? Mi direte di sì. Ebbene no. Gioele al tempo ci ha mostrato il suo metodo, e youtube gli ha dato ragione. Cercate how to open a banana... sicurezze che crollano. Punti di vista statici e verità accettate cui basiamo le nostre azioni, quando basta prendere una banana dall'altra parte per cambiare tutto.
Inoltre, le grapple, uva-mela, le mele al gusto di uva che Emanuele ha comprato per farmi ridere. Sono una via di mezzo tra l'insapore e il nauseante. Ma perchè le mele non vanno più bene?
E poi che dire, spiaggie affollate, sole caldo, acqua ghiacciata, tesi che vuole il suo tempo, fuori fino a tardi la sera, poche ore di sonno, occhiaie nascoste solo dall'abbronzatura, la Saturn che fa brutti scherzi, tanta margaritas, viaggi in vista, e solo un mese e mezzo per salutare San Diego e la California. Porca puttana, a pensarci mi viene l'ansia.

lunedì 12 maggio 2008

Un piccolo road trip

Trascorrere la serata a Las Vegas dopo aver ammirato il Grand Canyon durante la mattina non capita tutti i giorni. Questo in una sola frase è stato il nostro sabato, diviso equamente tra due luoghi così diversi tra loro, direi opposti. Da una parte i panorami mozzafiato e unici al mondo e le passeggiate nella natura incontaminata, dall'altra la città dei vizi, del divertimento e delle luci. Due luoghi opposti, dicevo, ma entrambi meta turistica che nessun turista può lasciarsi sfuggire.
Il viaggio, che credo mi abbia portato a raggiungere i 6000km percorsi in poco più di due settimane, è iniziato venerdì mattina, dopo la sera del concerto di Marcus Miller, con una Dodge Caliber noleggiata, una macchina americana con un motore enorme e poco efficiente, con una trasmissione automatica penosa e con un consumo di benzina esagerato. Dovevamo percorrere 550 miglia per raggiungere il Gran Canyon e ce la siamo presa così comoda da arrivare alle 8 di sera, dopo aver attravesrato le sterminate distese di nulla della California non costiera e del northwest dell'Arizona, addentrandoci addirittura nella famosa Route 66, che da Los Angeles si snoda fino a Chicago con una sola corsia per senso di marcia. Nelle zone desertiche, durante il giorno, fa un caldo micidiale, sui 100 gradi Fahrenheit (40 gradi centigradi), e soffia un vento così caldo da sembrare generato da un gigante asciugacapelli. Non vorrei mai trovarmi lì con l'auto in panne e senza un ettolitro d'acqua ghiacciata.
Mi sto dilungando troppo, mi pare, ma mi rifarò non soffermandomi sui particolari di luoghi che tutti conoscono grazie a foto, documentari o miei precedenti racconti. Dunque, all'imbrunire arriviamo in un agglomerato di edifici identificato da google map con il nome di Grand Canyon, l'ultimo nucleo edilizio prima del Grand Canyon National Park, ma non sappiamo ancora chi sono i protagonisti di questa ultima avventura, perchè mi sono dimenticato di dirlo. Potrei aggiungerlo in testa al racconto, ma stravolgerei tutto, quindi dico ora che i presenti erano: Emanuele, Silvia, Giulia e me medesimo.
Cena in un ottimo ristorante americano, a base di carne di porco con salsa barbeque, patate, pannocchie arrostite, fagioli, ali di pollo fritte, roba leggera per intenderci.
La mattina del sabato, passeggiata sul canyon. Devo ammettere che fa una certa impressione, per due motivi. In primo luogo lo spettacolo è davvero eccezionale, a perdita d'occhio: è incredibile pensare che il fiume Colorado abbia fatto tutto da solo (con l'aiuto di qualche movimento tettonico), erodendo le rocce e creando quella che è una delle meraviglie naturali del mondo. In secondo luogo, torvarsi in uno scenario così conosciuto e visto finora solo in cartolina non lascia mai indifferenti: ecco il Grand Canyon, e noi, piccolissimi, camminiamo sul bordo.
Una cosa simpaticissima sono gli scoiattoli. Io ed Emanuele adoriamo gli scoiattoli, credo grazie a Cip e Ciop, e ad ogni occasione cerchiamo di convincerli a scattarci una foto assieme, promettendoli il cibo che nascondiamo nel palmo della mano. Tra un po' si spargerà voce che nella mano non c'è proprio nulla e gli scoiattoli inizieranno e diffidare di noi.
Voglio regalarvi una foto in solitaria, visto che non credo aggiornerò mai il sito delle foto: io che piego la mia polo preferita... non so se piegherò spesso magliette con uno sfondo così...

Sazi di Gran Canyon, tocca alle 277 miglia verso Las Vegas, con una sola breve sosta per vedere l'imponente Hoover Dam, la diga al confine tra Arizona e Nevada.
Las Vegas è sempre Las Vegas, solo che stavolta abbiamo pernottato allo Stratosphere anzichè al Luxor. Mi chiedo perchè molte persone condannino Las Vegas, giudicandola una città falsa. Mi chiedo che spiritualità vadano a cercarci, rimanendo ovviamente delusi, quando basterebbe capire che è una città votata al divertimento, ai soldi e basta. Inoltre, il gioco d'azzardo è solo una parte di Las Vegas. Tutto sta nel decidere di divertisri e non avere sonno. Degno di nota è soprattutto il cocktail gigante preso da me ed Emanuele al Coyote Ugly (la copia dell'omonimo locale situato a New York, reso forse famoso dal film o da non so che), o meglio fuori di esso, perchè all'interno avevamo bevuto birra. A Las Vegas puoi comprare più o meno ovunque dei cocktail enormi a soli $15, portarteli a spasso e tenerti il bicchiere per refillarlo (to refill = riempire). Sono così grossi che una persona normale si ubriacherebbe completamente bevendone uno intero. La mattina, buffet "Sunday Brunch" del Luxor, e partenza per tornare a San Diego, con una breve tappa nell'enorme outlet di Las Vegas.
A proposito, ho tralasciato tutta la scorsa settimana, ma chi se ne frega. Una cosa però mi ha dato fastidio: le nuvole. Ma vi pare che arriva mia cugina e ci sono le nuvole e il freddino, quando le avevo promesso almeno 30 gradi e un sole estivo? Ci faccio brutta figura... a meno che non sia colpa sua...

domenica 4 maggio 2008

Cugina Giulia in California

Ho concluso l'ultimo post dicendo che sarei tornato a San Diego con una sorpresa per Emanuele... nessuno ha ancora chiesto cosa questa sorpresa sia. Forse devo dedurre che a nessuno gliene importi un bel nulla, o che magari tutti già sapevano cosa essa fosse.
In ogni caso, per i nuovi lettori, svelerò esplicitamente l'oggetto del mistero: l'arrivo della cuginina Giulia, atterrata a Los Angeles giovedì sera, all'insaputa di Emanuele. Devo ammettere che è bello incontrare una persona nella top ten degli affetti dopo tanto tempo!
L'evento fondamentale di questi giorni è che Giulia è stordita dal fuso orario, meglio dire rincoglionita. Nonostante ciò, non ha potuto fare a meno di essere colpita da ogni particolare della California, dalle case tipiche americane alle facce strane delle persone, manifestando stupore in continuazione. In questi giorni c'è anche Silvia, e due ragazze insieme tendono a voler fare troppo shopping, motivo per cui in questo momento loro sono in un centro commerciale e io sono a casa da solo, essendo Emanuele con Liz.
Ieri siamo andati a Los Angeles, e ciò mi ha permesso di raggiungere i 3200km guidati personalmente in soli 10 giorni. La prima meta è stata Beverly Hills, con vergognoso picnic a base di pizza fatta da me la sera precedentemente. Passeggiata in Rodeo Drive per vedere i costosissimi negozi e la gente vestita riccamente ma male, e per quanto mi riguarda a invidiare le auto dei ricchi. A seguire l'immancabile tour tra le casette dei ricchi e tra gli "oooooh" di Giulia, per poi percorrere Sunset bouleverd fino a Santa Monica. Purtroppo le nuvole ci hanno messo i bastoni tra le ruote, non permettendoci di stare comodamente distesi in spiaggia senza far nulla, e obbligandoci a deviare verso la promenade di Santa Monica... tanto per cambiare piena di negozi!
Divertentissima la cena da Bubba Gump, a base di gamberetti! Sfoderando la mia simpatia, ho avvertito la nostra cameriera che era il compleanno di Silvia, mentendo di soli 3 giorni. A un certo punto la cameriera è arrivata al nostro tavolo seguita da tutti gli altri camerieri e dicendo "there is birthday here!", obbligando Silvia ad alzarsi imbarazzatissima per godersi il coro (non la solita "happy birthday" o "buon compleanno", ma una cosa divertente) di tutti i cameri, con me ed Emanuele che battevamo le mani a tempo con facce beffarde, pronti a ingozzarci in 10 secondi il suo dolcetto gratis.

mercoledì 30 aprile 2008

No pizza, no compleanno

E così martedì sera ho chiamato Emanuele che era da Liz, lui e lei sono venuti al campus con le due auto, e alle 9 in punto mi sono salito sulla mia Saturn. Sosta per fare il pieno e contemporaneamente acquistare un Double Shot di Starbucks, e di corsa (con prudenza, nota per papà) sulla Interstate 5 North, imboccata alle 9 e 6 pm con un ben preciso obiettivo: percorrere 214 miglia in 2 ore e 54 minuti.
Unico ostacolo: i limiti do velocità assolutamente ridicoli e la necessità di non oltrepassarli più delle auto nei propri dintorni, per evitare di trovarsi come nei film, con un auto alle spalle che, con sirena e lampeggianti, dice "ua ua uaaaaa...".
Fatto sta che sono arrivato a mezzanotte in punto per dire auguri a Silvia! Non mi andava proprio di farlo tramite Skype...
Non dico di aver fatto nulla di speciale, dico che è bello avere qualcuno per cui non puoi fare a meno di fare cose come questa.
Saltando tutti i racconti noiosissimi che ho già dimostrato di essere abilisismo nel proporvi, espongo subito una massima di antica saggezza: un compleanno senza di pizza non è un compleanno e la pizza americana non è pizza... quindi in America niente compleanno, a meno che...
Ho sfoderato l'arte di mamma e nonna e ho fatto la pizza. Cioè, ammetto di non aver fatto l'impasto, dando fiducia a quello più che accettabile di Trader Joe's, ma il lievito non sapevo proprio dove andarlo a cercare! Armato di esperienza acquisita per osmosi a Scauri e Spigno, ho fatto 4 ottime pizze: la patate e rosmarino, la zucchine e pancetta, e due pomodoro mozzarella basilico, meglio note come Margherita. Nonostante sia solito criticare ciò che cucino, stavolta devo ammettere di aver fatto un ottimo lavoro, apprezzatissimo anche da Silvia e Caterina. Le amichette americane Alisa e Lauren hanno assaggiato un pezzo piccolissimo, credo perchè, come tutte le ragazze americane, hanno lo spauracchio dei carboidrati. Melgio, più pizza per me!
Uno di questi giorni la faccio con Emanuele, per ingozzarcela di nascosto da tutti.
Tra poche ore parto di nuovo per San Diego, dove arriverò con una sorpresa per Emanuele...

lunedì 28 aprile 2008

San Francisco, Marcus Miller, Lorenzo e Silvia

Questa volta mi sono innamorato di San Francisco... avventura breve (viaggio di 1100 miglia, 1800km in 3 giorni e mezzo) ma intensa e indimenticabile!
Non so da dove iniziare il mio resoconto, se non, banalmente, dall'inizio... ma non voglio essere banale, quindi niente resoconto e niente ordine cronologico.
Una cosa a caso, tanto per scaldare le dita... Silvia mi ha regalato i biglietti per il concerto di Marcus Miller!!! La sorpresa più bella che abbia mai ricevuto, resa ancora più bella dal fatto che lei l'abbia pensato per me! Concerto fenomenale, foto con Marcus Miller che metterò come
immagine personale di Skype, Messenger, Facebook, un basso dal suono incredibile, una bionda con occhi azzurri figa e innamorata di fianco a me, musicisti di grande calibro tra i quali spicca l'imponente e sudatissimo batterista Poogie Bell, un repertorio da paura: Blast per aprire alla grande, Jean Pierre (dai tempi con Miles Davis), Panther, People Make the World Go Round... penso che tutti conosciate questi pezzi! Commovente!
E questa è stata la serata di venerdì, allo Yoshi jazz club di San Francisco... ma tutto era iniziato molto prima, con un lungo viaggio, che in teoria sarebbe dovuto essere lungo la 1 e non la 101. In realtà avrei potuto guardare una qualsiasi mappa su carta o Internet per accorgermi della mia ignoranza. Fatto sta che a un certo punto Silvia mi ha fatto notare il mio errore (perchè non prima di partire?), e dopo lunghe peripezie, sono riuscito ad abbandonare la 101, tagliando verso il Pacifico, fino alla strada panoramica che si snoda lungo la costa, con tutte le viste che ne derivano... e un vento non indifferente!
San Francisco, che dire di San Francisco? è una città meravigliosa, forse sono stato troppo frettoloso nel dire che NY è mille volte meglio... New York è impressionante, ma San Francisco ha una personalità che lascia il segno.
Una cosa che mi ero perso la scorsa volta, ma che non mi sono lasciato sfuggire per una seconda, è Lombrad Street, in particolare il tratto che la rende la strada più tortuosa del mondo, con 8 tornanti in un isolato: in quel punto, la strada sarebbe stata così ripida che i tornanti sono stati l'unica soluzione praticabile, una soluzione che attrae un mare di turisti, di sicuro odiati dai ricchi abitanti. Ma chi se ne frega, nessuno avrebbe potuto negarmi di avere le foto in cui sbuco dal finsetrino della macchina, anche se non era la amata Saturn.
Non si può immaginare di andare a San Francisco e non attraversare il Golden Gate, sia in auto che a piedi, prendendosi una quantità di vento che assicura almeno un minimo di raffreddore. Non si può nemmeno evitare il Peer 39, per salutare i puzzolenti e grassi leoni marini e mangiare da Bubba Gump. E non si può fare a meno di spendere ore semplicemente passeggiando mano nella mano per Union Square, Market Street a tutta Downtown, un ambiente reso suggestivo e unico delle salite e discese, dagli edifici nuovi e vecchi, dai tradizionali cable cars, dal mescolarsi di ricchi turisti o cittadini che fanno shopping e di tantissime persone cui la dea fortuna ha sorriso un po' meno e di cui il dio denaro ogni giorno si fa beffe, gli homeless. Ringrazio di essere nel primo gruppo, cercando di mettermi la coscienza a posto elargendo qualche tip.
Tornando ai racconti, stavolta ho portato Silvia sulla cable car, il tradizionale tram di legno che arranca sulle salite con i passeggeri appesi. Cinque dollari per un breve giro e un biglietto formato gigante da tenersi come ricordo. Fortuna che un ragazzo mi ha dato i biglietti gratis perchè era di fretta e non aveva tempo di fare la fila. Mentre eravamo in fila, ho dato 37cent (tutto ciò che avevo in contanti) a un homeless che suonava blues, che in un quarto d'ora non si è beccato altro da tutti i turisti in attesa del cable car. Quando ha contato i soldi, li ha buttati incazzato col mondo in un cestino della spazzatura... avrebbe dovuto tenerseli anzichè buttarli, ma se almeno altre 10 persone avessero dato gli spiccioli avrebbe potuto mangiarsi un pezzo di pizza.
In un modo e nell'altro, gli homeless rientrano nei discorsi, visto che la città ne è piena... almeno non fa freddo come a NY.
Dimenticavo quasi di dire dei tre pasti fatti da Lori's Diner, uno di quei posti americani con hamburgers e colazioni abbondantissime, ambientato negli anni 50. Prima di partire avevo detto tanto per dire che ci sarei andato tre volte, e lo ho fatto. E anche Ghirardelli! La famosa fabbrica di cioccolata e gelato, dove ho mangiato la mia coppa in 3 minuti e quella di Silvia in 2, senza aver tempo di sentire i sapori.
Boh, come comunicare le emozioni di questo weekend-regalo di compleanno? Non sono così bravo a scrivere, faccio ingegneria, un mondo dove basta saper dire tanto, poco, brutto, bello. Come descrivere una passeggiata sul Golden Gate ammirando la Bay con Downtown sullo sfondo? Come spiegare quanto è sfizioso scendere per Lombard street o salire sul cable car? Come dipingere lo spettacolo del Golden Gate al tramonto? Come farvi vivere il sali e scendi continuo di San Francisco? Queste emozioni rimangono solo a noi che le abbiamo vissute... come posso raccontarle a parole? Ed è ancora più difficile raccontare come è stato bello con la mia bimbetta, che ha saputo aggiungere a San Francisco qualche suo magico ingrediente segreto...

giovedì 24 aprile 2008

1100 miglia in vista

Stasera parto da San Diego con una macchina affittata (povera Saturn, non può rischiare così tanto) e vado a prelevare Silvia a Santa Barbara, per proseguire domani mattina presto alla volta di San Francisco, metà del un weekend-regalo di compleanno di Silvia (che è il 30). In teoria sarebbe dovuta essere una sorpresa, ma cause di forza maggiore hanno scoperto le mie carte... quindi avverto della mia breve assenza tutti i miei lettori, che altrimenti si sentirebbero spiazzati fino al ritorno, senza mie notizie.
Mi appresto quindi a guidare 1100 miglia percorrendo la 101, che tutti dicono essere bellissima... vedremo, io credo che sarà una strada normalissima, in ogni caso nulla in confronto con la super strada che porta a Scperlonga. Non so ancora cosa farò a San Francisco, ma avrò l'opportunità di rivivere in versione romantica alcune delle cose che ho fatto quando ci sono stato 5 mesi fa per il Ringraziamento. Giusto per rassicurarvi, farò almeno un pasto, romantico, da Bubba Gump.
Poi, è da notare che a SF sarà presente, in questo weekend, il mio musicista preferito, Marcus Miller, nel bel mezzo della sua tournè, che il 7 e l'8 maggio toccherà San Diego... non vedo l'ora!!! Ho già preso un bel po' di biglietti per l'8!! Ho la tentazione di andare anche al concerto di San Francisco, povera Silvia! Proverò ad evitarglielo...
Questa mattina mi sono stressato tantissimo perchè sono andato a riparare gli occhiali all'optical center, dove ovviamente mancava il tecnico, come formalizzato in non so quale corollario del teorema di Murphy... sono stato 15 minuti a cercare di mettere da solo la vite della stanghetta nella sua sede, invano! Morale della favola: torna la prossima settimana!
Giusto per dare sfogo alla mia inclinazione ai voli pindarici, volgarmente saltare di pala in frasca, racconto della cena di crepes offerta ieri dalla francese Cassiopè, con cui parlo un miscuglio di inglese, italiano semplificato e francese maccheronico. Fedeli alla pià nobile tradiozione, io e il fratellone siamo riusciti ad abbuffarci velocemente e elegantemente, classificandoci al primo e secondo posto.
E che dire poi? Il compito di psicologia come è andato? Boh, abbiamo studiato un'ora, limitandoci a leggere una volta le slides delle lezioni e senza aver mai ascoltato la prof... che si può pretendere?

lunedì 21 aprile 2008

Domani compito a crocette

Dopo mezz'ora che il mio simulatore di reti dà risultati cui non riesco ad attribuire una spiegazione, meglio smettere, in attesa di essere illuminato dall'alto, e dedicare la mia attenzione altrove... il che sarà probabilmente una puntata di South Park, per mantenere alto il livello culturale.
Ma prima non volgio perdermi una breve comparsa sul blog... lo sto aggiornando troppo poco ultimamente, come mi dice Paolo... forse prima lo aggiornavo troppo, forse mi sono solo abituato a vivere in California e quindi non trovo interessante raccontare le minime cavolate, che siano feste o semafori alla fine dell'incrocio anzichè all'inizio. Forse quando tornerò in Italia (mancano poco più di 2 mesi e mezzo) potrò scrivere un blog sulla riscoperta della vita in Italia. Potrebbe essere interessante, e magari incentrato sul cibo. "Caro diario, oggi ho mangiato..." potrebbe esserne il titolo.
Mancano solo poco più di 2 mesi e mezzo, e spero di non dovermeli rovinare per colpa della tesi... una tesi di ingegneria è una maledizione, forse il giusto preludio alla vita di ingegnere, forse l'ultimo avvertimento a scappare e rifugiarsi altrove. Ad esempio sposare una ragazza i cui genitori abbiano un In&Out (un fast food che fa solo hamburgers, ma con quante fette di carne e quante fette di formaggio vuoi, salvo sapere che esistono i menù segreti), visto che si può possederne uno solo per eredità.
In realtà non so nemmeno cosa scrivere. Ah, no! Una cosa buffa c'è...
Non mi ricordo se ho detto che io ed Emanuele abbiamo ottenuto 8 crediti di studio indipendente (per farci la tesi per conto nostro), ma qui, per mantenere lo status di full time student richiesto dal nostro visto, sono necessari 12 crediti. Quindi siamo costretti a dare un esame, un esame qualsiasi. E, avendo teoricamente finito gli esami in Italia, abbiamo scelto di iscriverci al corso Introduction to Psychology... Alla sesta lezione, giovedì scorso, abbiamo deciso di andare a vedere che gente ci fosse e che aria tirasse e, guarda caso, abbiamo scoperto che domani c'è il midterm!! Finora ho addirittura scaricato le slides e domani o tra poco le studierò. Potrei aspettare che Emanuele torni dal lavoro e studiare con lui. Tanto il compito è a crocette...

giovedì 17 aprile 2008

Qualche arretrato

Ultimamente ho poca ispirazione a scrivere... sarà che passo ore e ore davanti al pc per creare la mia tesi, sarà che mi brucio gli occhi a fissare le righe di codice, sarà che mi fotto il cervello cercando errori che poi si rivelano essere le solite distrazioni! E inoltre, dopo pagine di reports, che spero di sfruttare con il copia-incolla nella stesura definitiva della tesi, spesso viene meno il desiderio di sentire il tic-tic-tic dei tasti premuti...
Ma non posso tradire la mia missione di reporter della California!
Che dire? Fa caldissimo! Negli ultimi 10 giorni abbiamo avuto una escursione termica di 10 gradi, e ora siamo sui 30... e nonostante ciò, da lunedì non sono mai andato al mare, causa tesi... cosa tocca fare per convincere il mondo che sono intelligente!
Non ho raccontato nulla del mio weekend a Santa Barbara, ma certi weekend non sono di pubblico dominio e rimangono, come ho già detto, nascosti tra le righe... in ogni caso, dopo mesi di astinenza, ho fatto finalmente... un giro in canoa!
Nulla a che vedere con la mia mitica canoa blu (e la sua sorella arancione), agile, veloce, maneggevole, in grado di ribaltarsi se si ha un passeggero... le canoe che danno in affitto sono pessime... e nulla a che vedere col mare di Scauri una volta supearato il monte d'oro!
Domenica mi sono incontrato a Los Angeles con Emanuele ed altra gente, per Lakers-Spurs. La partita è stata meno avvincente del previsto, anche per l'assenza di Ginobili. I primi due quarti sono stati combattuti, ma dalla metà del terzo i Lakers hanno preso il largo e si sono aggiudicati la partita e il primo posto nella western conference... inoltre, segnando più di 100 punti e tenendo gli avversari sotto i 100 hanno garantito a tutti 2 tacos omaggio da Jack In The Box... peccato che i buoni omaggio siano finiti prima che noi potessimo solo annusare l'odore dei tacos!
Il resto della giornata è stato un po' una delusione. Visto che la partiva è finita alle 3:30pm, io avevo in programma di andare a Venice Beach fino al tramonto, andare a Santa Mnica a cena da Bubba Gump e poi a sentire musica in un jazz club sempre da quelle parti. Purtroppo Emanuele è venuto a LA con la macchina di un altro ragazzo, e quindi non avevo il potere decisionale, cosa fondamentale per trascorrere giornate sensate e intense... fatto sta che di tutti i miei desideri è stato esaudito solo quello di andare a Venice per un paio d'ore, per poi mettersi in auto alla volta di SD...
Venice Beach è allo stesso tempo due cose completamente diverse. Si arriva sul lungo mare percorrendo venice Boulevard e si può decidere se girare a destra o a sinistra.
Girando a sinistra, la spiaggia immensa termina sulle porte delle casette dei ricchi, alcune delle quali potrebbero essere definite dei gioiellini architettonici che costano tutto il prezzo del nome del posto in cui sono costruite.. Noi abbiamo girato a destra, trovandoci in un ambiente pittoresco e inaspettato. Questa parte di Venice è un incrocio tra un mercato, una spiaggia piena di vita e una discarica. Innanzitutto ci sono un sacco di negozietti dove non abbiamo potuto fare a meno di comprare la maglietta Lifeguard Venice, per ricordo e perchè ricorda troppo una delle città più belle di Italia (dopo Roma e Scauri ovviamente). Poi c'è un fiume di persone che scorre sul lungomare di cemento, chi in bici, chi in pattini, i più a piedi. Ci sono un sacco di neri (ecco dove erano, a Venice!) e centro-americani, e tantissimi cinesi come in ogni dove! Una moltitudine di musicisti, statue umane, presunti chiromanti che chiedono le tip dei passanti e rendono il luogo suggestivo... Una nuvola di marijuana o hashish, non so riconoscerle, pervade l'aria del lungomare e anche della spiaggia... la spiaggia deserta al tramonto, a parte un punto in cui erano ammassate centinaia di persone intente a prendere parte a una di quelle cose che chiamano rave, impazziti dalla droga, dall'alcol e dal ritmo di decine di tamburi e tutto ciò che si potesse percuotere.
Via da Venice, ritorno a San Diego, e mi metto a sudare sulla tesi che pian piano prende forma, anche se c'è un bel venticello al piano più alto della I-House... non mi piace usare il termine "lavorare" riferendomi alla tesi, perchè non vengo pagato.

venerdì 11 aprile 2008

Ciao da SB!

Questo weekend inizia per me a Santa Barbara da Silvia, dove sono arrivato ieri dopo 5 ore e mezza di treno, superpoduttive perchè ho studiato tutto il tempo.
Anche se era un giorno che facevo continue allusioni circa il mio arrivo, lei non se lo aspettava prorpio, nonostante mio fratello si fosse quasi tradito al telefono, quando gliela ho fatta chiamare per assicurarsi che lei non avesse avuto la mia stessa idea... Quindi la sorpresa è riuscita!
Le ho portato anche un bellissimo regalo: ricotta salata, per la pasta con pomodorini-ricotta salata-basilico... per la serie che quando torno apro un ristorante.
Starò qui a SB fino a domenica mattina, quando mi incontrerò a Los Angeles con Emanuele, Broccardo e Carlo per vedere la partitona tra i Lakers di Bryant e gli Spurs di Ginobili! Dato che il match è alle 12, avremo anche tutto il pomeriggio per andare in qualche spiaggia, e magari mangiare da Bubba Gump e poi chissà dove.
Martedì scorso, Gioele è tornato in Italia, per la grande nostra tristezza... per colmare il vuoto da lui lasciato non sappiamo cosa inventarci, magramente consolandoci col fatto che lui sta peggio di noi! Scherzi a parte, Gioele è diventato davvero nostro amico (di me ed Emanuele), degno di condividere molto momenti di demenzialità... Elia, non preoccuparti, che non ha un voto più alto di te!
Da due settimane dedico quasi tutto il mio tempo alla tesi sulle cognitive networks. Non so dire se procede bene, ma intanto procede... chissà quante offerte di lavoro avrò dalle ditte che, in seguito a spionaggio industriale ai danni della UCSD, entreranno in possesso del mio lavoro...

domenica 6 aprile 2008

Lo spring quarter

Lo spring quarter, l'ultimo trimestre che trascorreremo qui a UCSD, è iniziato già da una settimana, dopo il brevissimo spring breack newyorkese... Spring un cavolo, perchè, a partire da lunedì, non ricordo un giorno di bel tempo, ma solo novole antipatiche... sarà un segno divino? Meno distrazioni climatiche per farci concentrare meglio sulla tesi? Forse, ma prefersico comunque il bel tempo e, non appena arriverà, le spiagge, possibilmente non la black beach dei nudisti!
Questo quarter mi dedicherò esclusivamente alla mia tesi sulle reti intelligenti (fino a che punto?), evitando di farmi mettere i bastoni tra le ruote da corsi di ingegneria in più, di cui non avrei bisogno in termini di crediti. Esclusivamente solo parlando di studio, perchè la bella stagione renderà d'obbligo un po' di avventure fuori porta, che ,per non abbassare la curiosità dei miei lettori, eviterò di svelare in questo momento..
La scorsa settimana, io ed Emanuele abbiamo iniziato a seguire un corso di Introduction to Acting (introduzione alla recitazione) della facoltà di teatro... un corso elementare, che potrebbe essere divertente ma che credo non lo sarà. Ma purtroppo siamo obbligati ad iscriverci a un numero minimo di crediti e, a meno che non riusciamo a farci assegnare un sacco di crediti per la tesi, dobbiamo tenerci teatro, per cui studieremo assulutamente zero, suscitando le risa degli altri studenti.
Questa settimana Livia e Paola sono partite, dopo solo 3 mesi dal loro arrivo. La partenza è stata indolore, a parte il fatto che io ed Emaneuele le abbiamo dovute accompagnare in aereoporto alle 5 e 30 della mattina, e a parte la mia maestria nel far piangere Livia nel momento del saluto. Quindi la California saluta le due milanesi, e le dà appuntamento tra 3 mesi in Italia... E sì, mancano solo 3 mesi! Ne son già passati sette, scappati senza poterli tenere a freno... Mi troverò in Italia all'improvviso?
Ieri, io, Emanuele e Andrea Tullj, siamo andati ad Holliwood per il compleanno della sorella di Mark. Non ho mai visto un ristorante messicano così pseudo-elegante e costoso... vabbè che servono la pina colada in un cocco scavato e la margaritas in un ananas... non è stato così entusiasmante, ma nemmeno tanto male.

martedì 1 aprile 2008

New York New York

Tornerei all'istante a New York, forse anche a viverci! Questa visita superficiale e frettolosa durata una settimana mi ha fatto innamorare di questa città, che è 1000 volte meglio di Los Angeles e San Francisco messe insieme, nonostante faccia decisamente più freddo... Che posso raccontare per riassumere i sette giorni, le centinaia foto e le decine di posti che hanno caratterizzato questo viaggio? Certamente la mia intenzione non è di redarre una guida, in quanto sarebbe fatta ancora peggio di quella che ho comprato buttando $20. Racconterò qualcosa a caso...
Dopo l'arrivo al JFK, il primo impatto con NY è stato la metropolitana, per gli amici subway. Due cose mi hanno stupito: la quantita di persone di colore (che in California quasi non ci sono) e il fatto che quasi ogni persona (di ogni colore), seduta o in piedi nei vagoni, potrebbe essere descritta come "caso umano". In metropolitana si vede di tutto, e accade di tutto... gente che all'improvviso crolla dal sedile perchè piena di droga, gente che si vomita addosso, persone che si azzuffano con qualcuno finisce in manette. L'episodio più interessante è stato martedì, quando abbiamo incontrato un gruppo di quattro ragazzi di colore, Gucci e Prada da capo a piedi, che si vantavano di lavorare 30 minuti al giorno e di potersi permettere quello che indossavano... In metropolitana hanno cominciato a dare fastidio a tutti (ma solo a quelli di colore) e uno ha preso a pugni un vecchio. Un'altro componente della gang è stato arrestato, avendo la colpa di essere stato seduto. Poi un gruppo di ragazze hanno iniziato a picchiare un terzo elemento, ché non aveva difeso il compagno ingiustamente ammanettato... Il terzo elemento ha reagito e sono intervenuti due obesi a massacrarlo e a quel punto abbiamo cambiato vagone per non beccarci un proiettile vagante. Tutti gli altri giorni ho sperato di assistere a un episodio del genere, purtroppo invano...
L'albergo era nella parte est di Brooklin, ovvero abbastanza fuori. Il Quality Inn di Brooklin, l'unica costruzione decente, non in rovina o quasi, attorno alla fermata Broadway Junction dell'A Train, la linea che collega Brooklin a Manhattan e poi Harlem, treno tema dello standard jazz che Duke Ellington trasformò nel suo pezzo di punta.
L'hotel era pulitissimo, comodo (con letti così morbidi che facevano male alla schiena), con personale gentile. E la zona era piena di auto della polizia: sicura o insicura?
Tutto il nostro tempo è trascorso a Manhattan, la parte più famosa di New York e, a mio avviso, la più interessante. Trovarsi in luoghi finora visti solamente nei film è davvero coinvolgente. Central Park, contornato da grattacieli, in cui abbiamo anche pattinato sul ghiaccio. L'Empire State Building e la vista mozzafiato che offre su tutta la città dopo il tramonto, al caro prezzo di 19$ a persona. Ground Zero, che è un enorme cantiere, sede di un futuro giardino commemorativo che sarà contornato da torri ancora più altre delle Twin Tower, tra cui la esagerata Freedom Tower. Il ponte di Brooklin, che abbiamo attraversato a piedi sia di giorno che di notte, da cartolina sotto tutti i punti di vista e sotto cui sorge l'ottima pizzeria Grimaldi's (nulla a che vedere con l'Italia). Il traghetto per Staten Island, che regala un vista (gratis, almeno questo) su Manhattan e la Statua della Libertà. Greenwich Village con le sue stradine, le case di mattoni con le scale antincendio all'esterno, la storica Bakery Magnolia con le sue costosissime e deludenti cup-cakes, e i locali notturni, tra cui il famoso Blue Note in cui abbiamo sentito un eccentrico gruppo jazz e in cui mi sono preso un listino come omaggio. Fifth Avenue e tutti i negozi esageratamente costosi in cui non ho comprato nulla. Time square, piena di luci, sede niente meno che di M&Ms World. Broadway e i Musical così costosi di cui non abbiamo trovato i biglietti. Little Italy, che di italiano ha solo i nomi dei ristoranti, gestiti da messicani e in cui la pasteira e gli struffoli fanno ovviamente pena. Chinatown, piena solo di ristoranti orientali e scritte cinesi, dove abbiamo scoperto l'ottima ed economica cucina malese. Il financial district con Wall Street e la borsa, sulla quale spicca un disegno di Snoopy. I taxi gialli, più numerosi delle macchine. E anche gli scoiattoli, cui sono riuscito a fare mangiare una tortina al cioccolato. Il cabaret, dove il più delle volte ridi perchè ridono gli altri. E perchè no Bubba Gump è il suo dolce al cioccolato, i tombini da cui escono nuvole di fumo, la gente così diversa dalla California, i venditori di Hot Dog ogni 100 metri, gli Starbucks anche essei ogni 100 metri, i musicisti di colore, i ristoranti più o meno ovunque tranne dove li vorresti, la Knitting Factory (un locale che abbimao abbandonato dopo mezz'ora, prima che i nostri vestiti si riempissero di fumo), il BB King Blues Club (dove suonano la musica più povera della storia, il blues, e si fanno pagare 50 $ per delle costolette di maiale, e dove ovviamente non abbiamo mangiato). E l'onomastico di Emauele, che da me ha ricevuto solo una matita di Bubba Gump visto che aveva già avuto i biglietti dei Lakers.
Chiaramente questo è solo un elenco senza sentimenti di alcune cose che mi sono venute in mente in questo momento. Forse rimarrà solo un elenco, forse aggiungerò altro, chi lo sa. Fatto sta che New York è una città che vale la pena di essere visitata, anche se per una sola volta e per una sola settimana. Certo, ne abbiamo visto solo la superficie, non abbiamo avuto tempo e modo di viverla pienamente, dal suo interno, siamo stati per lo più degli spettatori arrivati e partiti così in fretta senza lasciare traccia... non abbiamo lasciato nulla alla città, a parte i nostri soldi, ma New York ci ha regalato (o meglio venduto) tante emozioni, ci ha offerto spettacoli e luoghi tra loro così contrastanti, ci ha permesso di vivere tante belle esperienze rese belle soprattutto dalla compagnia (io, Emanuele, Silvia, gli amici milanesi Gioele, Paola e Livia con il ragazzo Terzo e l'amico Dave), e, almeno per quanto mi riguarda, la voglia di tornarci prima o poi.

sabato 22 marzo 2008

Buona PasCqua! E si vola a NY...

Buona Pascqua! Alla scaurese... ma quest'anno niente pastiere, abbacchio, cannelloni, colomba ripiena di uovo al cioccolato, la nostra Pasqua inizierà sorvolando gli States per atterrate a New York alle 2 del pomeriggio (se ricordo bene), ora locale... ciò significa che domani mattina decolliamo alle 7 e 40, e ci toccherà alzarci ben prima... l'unico modo per non perdere il primo giorno tra viaggio e fuso orario!
Pare che a NY faccia un freddo bestiale, circa 40 gradi... peccato siano Fahrehneit, o come cavolo di scrive, e non Celsius. Ma fortuna che i maglioni Ralph Lauren costano pochissimo e quindi ne abbiamo comprati in quantità!
Spero che il clima polare non abbia conseguenze negative sulla mia salute, messa alla dura prova questi ultimi giorni... Una settimana con la febbre non mi capitava dalla prima superiore, tanto che ormai credevo di essere immune a tutto... ma non alla falsa estate di Santa Barbara! Placche schifose alla gola, febbre che andava e veniva, e dolori nel deglutire... non vedo l'ora di poter deglutire senza più nessun problema. Perché il medico che mi ha visitato mercoledì mi ha consigliato ristoranti brasiliani, caraibici, black-american, e mi ha prescritto delle pillole in un tipico contenitore di plastica gialla trasparente da tossicomane dei film americani.
L'esame di giovedì non so come sia andato, ma ero troppo rincoglionito per farlo al meglio e non riuscivo a sbirciare Emanuele...Peccato che qua non ci siano i secondi appelli come in Italia: non li ho mai sfruttati, ma stavolta sarebbe servito!!!
Mercoledì sera è arrivata Silvia per curarmi con il suo amore e per farsi nutrire, ma purtroppo non aveva l'OKI, il magico medicinale per le infiammazioni della gola!
Mamma, papà, abbuffatevi di pastiera anche per me!

lunedì 17 marzo 2008

Sono malaaaaaatooooo.... (Auguri Cesca!!!)

Ebbene sì... dopo anni che non mi ammalavo, oggi arriva la febbre! Che palle, perchè giovedì ho un esame e dovrei studiare e mercoledì ho l'incontro della tesi (o presunta tale) ,che coronerà questo trimestre di (improduttivo) lavoro... E se sono rincoglionito a letto, non posso fare un cavolo!!!
Probabilmente mi sono ammalato per il clima subpolare di Santa Barbara, o perchè Silvia mi fa dormire scoperto...
Come si evince dall'ultima frase, l'ultimo weekend lo ho passato a Santa Barbara, cosa piuttosto rara, perchè a SD dispongo di una lussuosa (si fa per dire, pare una cuccetta del treno per certi aspetti) camera singola. Dato che mi sembrava estate, ho pensato bene di passare tutto venerdì pomeriggio in spiaggia, raffreddandomi all'istante, nonostante la pizza pseudo-italiana che abbiamo trovato la sera... il giorno dopo volevamo andare a Los Angeles, magari a Malibu o Venice, ma io ero troppo stordito per apprezzare e abbiamo dirottato in un enorme outlet, che sarebbe la gioia di mamma, e a provare un Marcus Miller Jazz Bass. Tra tutte queste occasioni, alla fine ti spillano un bel po' di soldi: anche se sono tutte cose che altrimenti non comprerei, una Lacoste a 33€ fa gola...
Il weekend romantico, che mi ha visto persino lottare con un vasetto di pepe che mi si è rovesciato interamente sulla pasta, percheggiare andando a sbattere per scherzo un sacco di volte alle altre macchine, è così trascorso, lasciando tutti i particolari nascosti tra le righe...
Durante il viaggio di ritorno ero così rincoglionito che ho rinunciato a farmi una corsa da solo su Mulholland Drive (la famigerata strada degli inseguimenti dei più noti film ambientati nella west coast)... sono arrivato a SD, ho riabbracciato con gioia Emanuele, molto geloso della mia nuova polo, sono andato alla messa della Domenica delle Palme con Emanuele e Gioele (Elia, non preoccuparti, non è l'Elia della situazione, è Gioele), per poi raggiungere tutti gli italiani a mangiare bucatini alla amatriciana da Marco Broccardo. Tutto sentendomi rincoglionito... Durante la messa delle Palme, nella Southern California si usano palme e non rametti di ulivo: sarà che qui le palme abbondano... Poi, da bravi cretini, dopo la messa, io ed Emanuele abbiamo avvolto la macchina di Mark di carta igienica, che io mi portavo in giro per soffiarmi il naso: scherzone fenomenale, direi!
Stamattina quando mi sono reso conto di avere la febbre, ho pensato "maledizione", col tono noto solo a me, Emanuele, Elia e tutti i fortunati spettatori delle nostre gag.
A proposito, oggi è il compleanno di Francesca! Un caloroso Buon CompleaNo (come dice Hermes Conrad, di Futurama) da tutta la redazione del blog... Cesca, dedicaci almeno un rutto durante il tuo discorso!

lunedì 10 marzo 2008

"Buon onomastico anticipato, Emanuele!"

Ieri pomeriggio ho trovato un pretesto per far salire mio fratello in macchina, per di piùvestito bene, pantaloni lunghi e camicia, nonostante un temperatura che poco si discostava dai 30 gradi Celsius. La scusa consisteva nel fatto che saremmo dovuti andare a comprare un paio di bassi elettrici e fermarci poi in un jazz club, mezz'ora a nord del campus...
In macchina, aspettavo solo un input... Ed eccolo, dopo 10 minuti: Emanuele dice qualcosa del tipo "guarda che barba incolta che abbiamo, chissà quanto sembreremmo strani a Mamma, chissà cosa penserebbe".
Allora ho urlato "Penserebbe che siamo 2 persone adulte che stanno andando a Los Angeles a vedere la partita dei Lakers!!! Buon onomastico anticipato, Emanuele!!!" e gli ho dato l'immancabile stretta di mano. Lui è letteralmente morto dal ridere!
Siamo così arrivati alle 5 e mezza allo Staples Center, per vedere Sacramento Kings playing Los Angeles Lakers, e ci siamo resi conto che i biglietti che avevo trovato su Internet erano in ultima fila... ultima! In un'arena enorme! Dietro di noi c'era solo il muro! Ma devo fare i complimenti agli architetti: nonostante la posizione sfortunata, riuscivamo a vedere e apprezzare tutto senza problemi! Ottima sezione 303.
La partita è stata fenomenale! I primi 2 quarti sono stati dominati dai Kings, sopra anche di 15 punti, ma dal terzo quarto i Lakers hanno iniziato un'abile rimonta, che ha reso la partita mozzafiato: quando due squadre di questo livello giocano canestro su canestro, ogni block, ogni tiro da tre, ogni passaggio diventa fondamentale, e lo Staples Center esplode, animato da 20mila persone. Il finale è stato incredibile, con Kings e Lakers distanziati di non più di 2 punti per volta. I Kings hanno segnato un +1 a 4.6 secondi dalla fine, e purtroppo Kobe Bryant non è riuscito a porre la firma sulla partita, sbagliando di poco il quasi impossibile tiro dell'ultimo secondo. Forse Jordan, al posto suo, avrebbe fatto una magia.
Partita finita, una massa di persone carca di raggiungere i parcheggi e si dilegua rapidamente, lasciando l'arena vuota nel giro di 5 minuti.
Io ed Emanuele, ci siamo sentiti decisamente coinvolti dalla partita e abbiamo fatto più tifo degli americani. Partite NBA come questa sono spettacoli da non perdersi e da vivere in mezzo alle migliaia di supporters americani. Finali dei modiali dell'Italia e partite dei playoff della nostra squadra di pallavolo a parte, sono emozioni sportive impareggiabili!
Dopo la partita, io ed Emanuele ci siamo incontrati con alcuna gente di Santa Barbara, tra cui l'amico di Giolele, Massimo, che ieri compiva 22 anni. Ci siamo uniti a loro, per proseguire la serata a Santa Monica, dove c'era anche Silvia, che è stata contentissima del mio (quasi) inaspettato arrivo! Abbiamo mangiato in un ristorante qualsiasi sul Pier, perchè Bubba Gump Shrimp Co. era chiuso e non ci ha accolti, nonostante io abbia provato a fare riaprire la cucina, dicendo che eravamo italiani venuti apposta e non saremmo più potuti tornare... Sono stato molto convincente. Bah, in fin dei conti, la cosa buona di Bubba Gump è il dolce al cioccolato, i gamberetti li trovi ovunque, a parte quelli ricoperti al cocco, che sono disgustosi. Ma gliene frega qualcosa a qualcuno?
Che figata le autostrade americane di notte fonda: sono enormi e deserte... e se ti becca la polizia? Basta dire che siamo italiani, no?
Come sempre ho scritto troppo, e non c'è spazio per raccontare la mangiata di aragoste di venerdì a Puerto Nuevo, con Emanuele, Gioele, Paola, Cassiopèe, più due turisti dall'italia: Dema e David (che ha un solo dreadlock), molto divertenti. Ah, c'era anche Livia, la avevo dimenticata. A un certo punto del pranzo sono arrivate 15 ragazze messicane per farsi foto con noi... il fascino made in Italy...

mercoledì 5 marzo 2008

Ritorno fissato aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

La data del ritorno è stata fissata: il 9 luglio si torna a casa... 10 mesi dopo la mia partenza dall'Italia. Mancano solo poco più di 4 mesi, 120 giorni che mi passeranno beffardi sotto il naso. Essere a ben più di metà dell'avventura fa un certo effetto: non posso più dire che manca tantissimo, che c'è ancora tempo per tutto, posso iniziare a dire che tra poco sono a casa, o nella mia casa italiana.
Se non altro, potrò finalmente vedere e soprattutto sentire lo stereo di Elia, ascoltare il nuovo gruppo di Forest, suonare con Paolo, sorpassare solo da sinistra, e magari laurearmi (a luglio o a ottobre?). Mi sento quasi stressato perchè ho poco tempo per fare tutto quello che vorrei, ad esempio andare in uno Starbucks a sentire dei mucicisti di colore che suonano e ballano contemporaneamente (che ne dici Elia?). Chissà se dopo una settimana mi verrà voglia di tornare qui, chissà se ci tornerò presto, o chissà se avrò la conferma che l'Italia è il posto migliore del mondo, chissà...
By the way, domani c'è l'esame di Wireless Systems: il Teamwork è un argomento emergente per le reti wireless e io ed Emanuele cercheremo di metterlo in pratica durante il compito per aumentare il throughput riducendo il consumo energetico. Che palle sti esami, voglio andare a NY!
A proposito, ieri, al Price Center (il cuore del campus), c'è stato il concerto di Afroman, il fumoso artista Hip Hop famoso soprattutto per "because I got high", sconosciuto a molti ma colonna sonora delle serate di bel po' di gente. Lo spettacolo è stato divertentissimo, ma credo che Emanuele farebbe assoli di chitarra decisamente migliori. Poi è incredibile con quale facilità artisti di un certo calibro possano sfidare le severe autorità americane, persino in un campus, incoraggiando chi non sa le parole delle canzoni ad accendersi una canna per investire al meglio il tempo... Un'altra cosa invece mi ha lasciato perplesso: lo scarso afflusso di gente. Ci saranno state circa 1500 persone. Se in una università italiana ci fosse un concerto gratis del genere, si farebbe a gomitate, ma gli studenti UC, soprattutto i diligenti orientali, non hanno tempo da togliere allo studio, tanto che non vanno nemmeno a votare, favorendo indirettamente la Clinton a Obama (che mi pare essere il preferito tra gli studenti), e magari facendo vincere McCain alle presidenziali. Figurarsi se perdono un'ora per andare al concerto di un artista così particolare...
E papà mi ha appena detto che la Roma ha eliminato il Real!!!

lunedì 3 marzo 2008

Il post del lunedì

Potrei davvero iniziare a scrivere solamente di lunedì, più per stilare il resoconto della settimana appena conclusa che per fare progetti per la prossima (ipotesi troppo ambiziosa). Eravamo rimasti che avevo acquistato i biglietti per lo spring breack nouvayorkese. In realtà è una cazzata scrivere così di rado, perchè tendo a dimenticare tutte le battutacce divertentissime che vengono partorite ogni 5 minuti da Emanuele e suo fratello Lorenzo.
Forse un particolare degno di nota è l'arrivo dell'estate... primavera? N0! Estate! Perchè se si può andare in giro anche alla sera con manichette corte, pantaloni corti e ciabatte (quando il contesto sociale lo permetta), allora a me viene da dire che è estate, e sfoggio le mie ciabatte azzurre con il tricolore e una stella per ognuno dei nostri 4 mondiali. A me viene voglia di appollaiarmi al sole, nemmeno fare la fatica di arrivare in spiaggia, altro che fare una tesi di ingegneria! Col caldo pure i neuroni vogliono andare in vacanza! Questa citazione forse un giorno diventerà famosa, nata per caso perchè mi sono quasi ubriacato di birra mentre il mio stomaco vuoto da ore aspetta il cibo francese che Cassiopèe sta cucinando. A parte gli scherzi, potrei inizare a bere assenzio prima di scrivere sul blog, ammesso che riuscirei a centrare i tasti. Ma a parte gli scherzi, torniamo alla scora settimana. Giovedì, dopo che Emanuele ha saputo che non si è rotto il tallone (6 settimane di stampelle scampate) mentre faceva il cretino con Andrea Tullj (il famoso terzo Coviello) sui gradoni per prednere il sole di fronte al Cafè Ventanas (la nostra mensa preferita, che ci accoglie ogni giorno per i lunghi dopo pranzo, mentre gli americani indaffarati come formiche vanno e vengono senza lasciare traccia), sono è arrivate Silvia e Christina. Silvia è la mia bimba, troppo innamorata di San Diego per non venire appena può, Christina è la nostra amica di Detroit che l'anno scorso ha avuto la felicità di vivere a Padova conoscere il sottoscritto e il suo fenomenale fratello. Certe conoscenze lasciano il segno, tanto da non poter lasciare la west coast senza salutarle. Tra feste, cene e zero studio, e anche una spedizione da Calvin Klain all'outlet Las Americas (vicino al border) per far contenta Silvia e per comprami camicie a un quarto del prezzo italiano, è trascorso il weekend, in parte censurato dalla redazione di questo blog. Weekend che ha stabilito ancora di più il mio ruolo di cuoco, che cucina per tutti: creo per la mia Silvia, aggiungo proteine per Emanuele, riciclo vecchie idee per il resto del mondo. Quando torno a casa apro un ristorante, ché magari avrò successo!
A proposito di ristorante, ieri per il compleanno di Elide, tutti noi italiani siamo andati da Mamma Mia a pagare (tanto) per (troppo poco) buon cibo. Potrevo convincere Silvia che è grassa, così mi avrebbe fatto mangiare il suo cibo, o semplicemente avrei potuto rbarne dai piatti di tutti.
Questo odore di cibo mi sta facendo produrre così tanta saliva che tra un po' mi si rompe il compute e così tanti succhi gastrici che il mio stomaco si sta per autodigerire...
Prima di concludere, bisogna menzionare Gioele, il bocconiano normale di Sondrio, che passa ormai il 90% del suo tempo con noi. Elia, non temere, sei sempre tu al primo posto! Ma Gioele si fa valere, è simpatico, apprezza il cibo, e alle feste tende a bere, mangiare e vomitare contemporaneamente.Oggi, al supermercato ha anche rubato più caramelle di me. Anche la piccola presenza di Paola è diventata un elemento importantisismo di questo quarter. Quando partirà non sapremo su quali capelli pulirci la bocca, quale cibo schiacciare con le dita, quali matite spezzare o chi buttare nel secchio dei rifiuti della mensa!
Livia mi chiede di scrivere qualcosa su di lei... bah, non so se darle questa soddisfazione...

lunedì 25 febbraio 2008

Nuova Amsterdam, arriviamo!

Ah, no... giusto, non siamo più nel Cinquecento! Fatto sta che tra circa un mese atterrerò per la prima volta nella città più grande degli USA!! Probabilmente la seconda metropoli più popolosa del mondo non se ne accorgerà nemmeno, perchè, visti i suoi 22 milioni di abitanti, persona più persona meno non cambia nulla... Ma Lorenzo Coviello lascerà il suo segno, anche se deve ancora decidere come! Probabilmente disegnerà una tipica anatra-pinguino sul naso della Statua della Libertà...
Abbiamo prenotato oggi pomeriggio, dopo giorni di ricerche e confronti, con i prezzi che salivano in modo lento ma costante... Il nostro hotel non avrà nulla a che vedere col livello cui mi sono abituato a Las Vegas, ma sarà un alberghetto di Brooklin, a ben 5 miglia da Manhattan: fortuna che a NY la metropolitana è attiva tutta la notte (con fermata a 200 metri dall'hotel)... e fortuna anche che i locali chiudono a orari normali, ovvero di mattina!!! Almeno in una città riescono ancora a ragionare... ragionare a metà, mi correggo, perchè non si può ovviamente bere all'aperto!
L'avventura newyorkese durerà ben una settimana, a partire da domenica 23 Marzo, e i co-protagonisti saranno l'intrepido Emanuele (che ci è già stato a Natale), la bellissima Silvia, e 3 simpatici nuovi amici bocconiani che sono arrivati a UCSD questo trimestre. Si tratta di Gioele (notevole consumatore di alcool e double baconcheeseburgers), e delle donzelle Livia e Paola, quest'ultima spesso vittima di scherzi da soldati. In media si crede che gli studenti della Bocconi siano tutti fighetti e con la puzza sotto il naso, ma questi sono l'eccezione che conferma la regola, tanto che riescono ad apprezzare l'ironia di me ed Emanuele.
L'itinerario dei vari giorni è ancora un punto di domanda, ma non mancheranno le tappe obbligate della Statua della Libertà, Time Square, Central Park (i laghetti non saranno ghiacciati e vedremo le paperelle... ma dove sono quando l'acqua è ghiacciata?), il Bronx (per giocare una partita di street-basketball contro una squadra locale) , il ponte di Brooklin (che attraverseremo masticando una delle omonime gomme), Ground Zero, Piccola Italia e Piccola Cina, il Metropolitan (da visitare in 5 minuti) e mi sono stufato di elencare.
Ma NY è una città viva 24 ore su 24, con alcuni dei club più belli degli USA, con i musical di Broadway e vedremo cosa ci riserveranno le serate... e di mattina potremmo addirittura fare colazione leggendo il New York Times fresco di stampa: sono soddisfazioni, eh!
Intanto, invece di implementare una rete neurale di Hopfield che risolva il problema NP-hard dell'assegnazione ottima dei canali wireless tra gli access points dell'edificio di Computer Engineering (boh mi direte, e spesso anche io dico boh...), potrei investire il mio tempo pianificando le giornate a Nuova York, una città finora vista solo in TV e sui giornali (e in Internet, vabbè) di cui vi propongo una sottile vista dello skyline...

venerdì 22 febbraio 2008

Studio stupido studio

Finalmente l'attesissimo post! Sono due i motivi che mi hanno spinto a ritardarne così a lungo la pubblicazione. Il primo motivo è l'inspiegabile numero di commenti che hanno arricchito il post di San Valentino, quasi 50, riguardo i più disparati argomenti, senza veri legami logici: volevo arrivare a vedere fin dove si sarebbero spinti! L'altro motivo è che da lunedì ho passato tutto (e dico tutto) il tempo a studiare, per i corsi e per questa maledetta tesi. Del tipo che mi alzo la mattina, studio fino a ora di pranzo, poi vado a lezione, poi dal prof, poi studio, ceno, esco un po', studio fino alle 3 di notte. Ogni tanto tocca farlo, soprattutto se si ha una montagna di cose accumulate che non si trova mai il tempo di smaltirle. Ovviamente il tempo non è bastato a smaltire più o meno nulla, quindi non ha senso stressarsi ulteriormente, visto che la concetrazione viene spesso a mancare.
Intanto la tesi avanza a gonfie vele... sì, se con avanza intendiamo "rimane ferma" e con gonfie vele intendiamo "senza speranze di prossimi e magici sviluppi". Cioè, io mi aspettavo di trovare questo gruppo di ricerca sul cognitive networking, un gruppo con progetti attivi, che mi potesse assegnare un ruolo e che potesse indirizzarmi tra i mille perigli delle reti intelligenti. In realtà, a parte alcuni testbeds e un database che traccia tutte le comunicazioni wireless delle UCSD, non ho trovato proprio nulla. Fortuna che posso contare sull'aiuto del dottorando Nicola Baldo (che è simpatico e che ha organizzato una festa a casa sua domani), che cerco di considerare mio maestro di vita, e dell'interessamento del prof Bhaskar Rao, uno che nel suo campo ci sa davvero fare, che mi segue in quanto mi firma i crediti di tesi da 5 mesi a questa parte. Boh, speriamo che questa fase iniziale duri poco e mi porti su una strada magari impervia, tortuosa, senza aree di servizio, ma con una via di uscita...
Della tesi di Emanuele non so che dire, perchè non parliamo mai di tesi, anche se studiamo sempre insieme...
Bah, da oggi abbiamo deciso che studieremo un po' di meno, sennò potremo diventare troppo intelligenti...

Una cazzata interessante: il mio coinquilno George, il cinese-american che sta sempre o fuori o in camera, ha attaccato una decorazione di polistirolo alla porta, con delle foto, delle spille... niente di che, niente di male. Però c'è qulacuno che non gradisce ciò e gli continua a fare buchi e a staccare pezzi, fino a distruggerla completamente questa mattina. Cioè, non dimentichiamo che stiamo parlando di gente che ha più di 20 anni. Sarebbe come se andassi da una mia amica e le bucassi le gomme delle bici solo perchè mi dà fastidio che ha attaccato dei fiocchi rosa sul cestino... ma quando cresceranno questi americani? Quando passeranno dai dispettucci alle ragazzine?

A proposito, ieri, mentre ero a lezione mi sono ripromesso di scriverlo nel prossimo post, e il prossimo post è questo... nelle lezioni del corso di wireless systems ci sono molti orientali. Normale, come in tutti i corsi di ingegneria alla UC. La cosa buffa è che, durante le lezioni del prof Acampora, hanno la predilezione di schiacciare dei pisolini... L'attenzione cala, le palpebre anche, la testa tende a cadere indietro, impedendoli di addormentarsi surante il primo minuto, ma poi il sonno ha la meglio, e dormono come angioletti, seduti composti. Mi trattengo sempre dal ridere...
ma almeno loro non hanno sonno a tutte le ore, come il sottoscritto... mi consola il fatto che io almeno ho una vita sociale, cosa non scontata qui a UCSD, come voi tutti ormai sapete.

Stasera dovremmo andare a una festa, che spero non sia noiosa... nel frattempo devo decidere come impiegare il mio tempo, in questo uggioso pomeriggio di fine febbraio. Alla faccia della California dove fa sempre caldo e dove basta una maglietta anche di inverno. Forse quando ce lo hanno detto, intendevano dire che allo studente medio della UC basta una maglietta, in quanto sta tutto il tempo in camera, in biblioteca, o a lezione... Giusto una giacchina leggera per quando si sposta dall'aula alla biblioteca e deve camminare per un chilometro (essendo il campus enorme).
Potrei passare il pomeriggio studiando o giocando alla mia nuova droga (questo simpatico giochino).

giovedì 14 febbraio 2008

Un'occasione per scrivere un po'...

La festa degli innamorati e non... qua è veramente come nei simpson in cui ognuno può mandare una busta con una letterina, e magari anche dei cioccolatini, a tutti i suoi Valentini, le sue Valentine, o magari un po' di Valentinie un po' di Valentine... la California è uno degli stati più aperti da questo punto di vista, per chi non lo sapesse. Poi magari uno non riceve nulla, come il povero Ralph Winchester, e ci rimane male, finchè Lisa non interviene con il suo bigliettino ferroviario "mi hai ac-ciuff-ciuff-ato ecc ecc". Le diverse residenze on-campus organizzano un simpatico servizio di raccolta di biglietti, che vengono consegnati direttamente, in modo molto discreto, nelle cassette postali, tra cui la #923941, condivisa da me ed Emanuele, che ne abbiamo una in due essedo fratelli.
Entrambi abbiamo avuto un regalo da un amante segreto, appurato poi essere Mark! Intanto ho appena mangiato la barretta cioccolato e noccioline e un altro cioccolatino, guardandomi bene dal biscotto al burro d'arachidi, che regalerò a Trevor.
La mensa ha addirittura prodotto biscotti a forma di cuore, buoni a patto di staccare la glassa rosa e tossica che li ricopre!
Magari, nelle 12 ore di studio e reclusione giornaliere, quesi UCSD students trovano un po' di svago...
Io, non interessato ad alcuna Valentina, sono in attesa della mia bellissima Silvia! Tra corsi e impegni vari per tesi ci siamo organizzati un po' all'ultimo e ci vedremo tra un paio d'ore, per colpa della su acoinquilina che si è presa in ritardo... avrei preferito portarla una serata alle Hawaii a mangiare pesce da me pescato con le mani... ma il bellissimo palloncino a forma di cuore che le ho comprato aspetta orgoglioso in camera mia, e sarà un ottimo sostituto a qualsiasi cornice ambientale!
Di Emanuele dico solo che mangerà cibo Koreano... uuuuuuh! clap clap clap! uuuuuh! applausi e urletti come nelle commedie a puntate made in USA.
Quanto sono fortunate! Chissà se se ne rendono conto fino in fondo...
Ma la più fortunata è mamma, che dopo 29 anni ha un marito innamorato di lei al 100%, come pochi al mondo: ancora più fortunata di Marge con Homer e di Louise con Peter Griffin... Papà, regalone a me...
Chissà chi è la fortunata che uscirà con Carrot Top, chissà Immanuel, chissà l'orientabile, chissà le gemelle messicane, chissà Elia, chissà lo stereo da 870€ di Elia che potrebbe pompare per l'occasione la voce e la chitarra di George Benson in Love Ballad...
Festa condivisa o rifiutata dalle persone, innamorate o non innamorate, ricambiate o non ricambiate, fortunate o sfortunate, San Valentino è un'occasione per esercitare la mia abilità giornalistica, che mi sarà utile quando non troverò lavoro come ingegnere, o per arrotondare i 1000€ che mi daranno per stare 8 ore davanti a un computer... urgono altri progetti!!!
Intanto Mc Kay mi dice che i risultati che si ottengono con una unsupervised neural network sono sorprendenti... sinceramente, muoio dalla voglia non solo di naufragare, ma addirittura di annegare, in un mare di discorsi complicatissimi...

martedì 12 febbraio 2008

Giro di boa...

Sono partito il 9 settembre, il mio visto scade il 15 luglio, oggi è il 12 febbraio. Metà precisa, giro di boa... Sono arrivato qui in un'altra epoca, così lontana da oggi, mi sembra quasi di essere a casa, anche se forse a casa non mi ci sentirò mai, in questo paese così diverso dal mio, in cui viene riconosciuto il merito di chi si dà da fare, in cui non esiste l'amicizia (la visita di Elia mi ha ricordato il significato di questa abusata parola), in cui le persone sono tanto brave a rispettare le file e il cui governo è così bravo a non rispettare gli altri popoli, in cui le macchine sono enormi e consumano un sacco di benzina economica, ci sono 10 catene di hamburgers, i locali chiudono alle 2 e ti arrestano se sei ubriaco, tutti sanno chi ha segnato dei touch-down al Superbowl e magari pensano che Dante sia un cantante spagnolo.
A volte mi sembra che manchino ancora 5 mesi, altre volte che manchino solo 5 mesi. Cambia solo una parola... probabilmente, quando tornerò, sarò cointentissimo di tornare nel paese migliore del mondo (l'Italia, ndr), ma altrettanto probabilente mi verrà presto la nostalgia della California.
Ad ogni modo, di una cosa sono sicuro: fare domanda per la UC è stata la cosa migliore che abbia mai fatto nella mia vita! Non solo il fatto in sè di andare 10 mesi alla UC, ma tutte le cose annesse e connesse, tutto ciò che ci ha girato intorno, tutti i dettagli apparentemente piccoli e inizialmente insignificanti che hanno dato un nuovo sapore alle mie giornate, mi hanno dato una nuova dose di entusiasmo, hanno cambiato il mio modo di pensare, mi hanno slegato da vecchi e stupidi schemi mentali... Ricordo la prima lezione del corso di preparazione al TOEFL (Test Of English as Foreign Language), in cui io ed Emanuele abbiamo inziato a prendere in giro Silvia, così impacciata con l'inglese... ha dato un nuovo sapore alle mie giornate!
Quindi, non so dove mi porterà tutto ciò, ma è sicuro che non avrei dovuto farne almeno! E lo stesso vale anche per Emanuele, mi permetto di generalizzare. Il vecchio Emanuele era solo la seconda persona migliore del mondo, superato dal nuovo Emanuele. Lo adulo solo perchè così quando andiamo a mangiare fuori a faccio finta di pagare, lui mi ferma la mano dicendo " no no" per pagare lui, per poi lottare fino all'ultimo sangue uno contro l'altro per non fare pagare il fratello, entrando fino nella cucina del ristorante e sbattendoci addosso pentole di acqua bollente, coltelli automatici, piatti di vetro... Ah no, mi sa che quelli erano Peter Griffin e il pollo gigante!!!

Ed Elia se ne andato, maledizione! Con lui il divertimento e la stupidità sono andate quasi in overflow... quando ciò accadrà, per noi sarà un problema, quasi come mamma ha previsto un po' di tempo fa... "Ragazzi, tra un po' rimarrete in 2 a ridere l'uno dell'altro", con Elia che internviene "No, riderò anche io!".
L'ultimo giorno utile Elia è stato portato da me, Emanuele e Silvia a mangiare pizza italiana a Beverly Hills. A no, in realtà eravamo andati a LA, la pizza è solo un caso. Poi lo abbiamo portato ad Hollywwod, che in realtà è un quartiere di merda, ma abbiamo visto la scritta HOLLIWOOD da lontanissimo, senza poterci sedere sulla H.
Oggi ho fatto il midterm di Signal Processing... credo che avrei dovuto farlo meglio... dovrei anche impegnarmi sul serio per sta tesi, se solo capissi cosa devo fare... e detto ciò, chiudo...

mercoledì 6 febbraio 2008

Quella volta di Las Vegas

E finalmente l'incallito giocatore di poker è andato in pellegrinaggio nel santuario del gioco d'azzardo. Si è messo in gioco al torneo delle 1pm della poker room dell'Excalibur, ha perso con onore contro avversari più incalliti di lui, mentre i suoi amici si abbuffavano al Sunday Brunch del Luxor.
Il weekend a Las Vegas con Elia è finito già da 3 giorni, ma non ho mai avuto più di 5 minuti di seguito per raccontarlo... Un weekend speciale e votato alla comicità, necessaria per sdrammatizzare l'abbigliamento così elegante, che ci conferiva un'aura di eccessiva serietà.
Abbiamo scelto di pernottare al Luxor, non so perchè, forse perchè tra gli hotel dal prezzo accettabile è il più bello. Abbiamo fatto più o meno tutte le cose che si fanno a Las Vegas, tra cui perdere 40$ al tavolo del blackjack in più di un'ora e mezza, dimostrando che se giochi nel modo probabilisticamente più intelligente senza contare le carte e mettere in pratica strane strategie di cooperazione, hai una probabilità del 49.25% circa di vincere, quindi, anche se lentamente, vai giù... un gambler's ruin problem con probabilità 1 di essere assorbiti nello stato zero, a meno che non inizi con delle vere botte di culo e lasciare il tavolo presto. Fortuna che la dealer (colei che dava le carte) non parlava italiano.
Abbiamo mangiato 3 volte al buffet del Luxor, rischiando di esplodere ogni volta e ingozzandoci di cibo di qualità mediocre, ottima considerandoc he siamo negli USA.
Abbiamo conosciuto il comico Carrot Top, il nuovo idolo di Elia, e ovviamente ci siamo beccati le nuvole, come ogni vota che vado a Las Vegas.
Io conoscevo già tutto alla perfezione, a parte la Downtown, in cui siamo arrivati per caso e che non è nulla di speciale, eccetto una strada con una volta enorme che in realtà è un maxischermo che ogni tot si anima con colorati giochi di luci, coadiuvato da un impianto audio da 500mila watt... dicono che da completamente ubriachi si apprezzi meglio. Sfido chiunque ad ubriacarsi dopo essersi ingozzato ad un buffet... Ah, poi c'è il famoso cowboy di luci al neon, quello che compare in più o meno tutte le foto di Las Vegas, insegan del Pioneer, che ha tutta l'aria di essere solo un negozio di souvenir, ma non ci scommetterei.
Non posso raccontare tutte le pagliacciate che ci hanno visti protagonisti, in quanto protette da diritto di autore...
Il divertimento non è mancato nemmeno nei giorni passati a San Diego, soprattutto nelle serate, perchè durante il giorno tocca anche studiare... serate in discoteca Giovedì a Pacific Beach con le ciambelle di Homer Simpson, Venerdì al club On Broadway anche con Silvia che era venuta da me, altre serate senza fare nulla di preciso, e leserate di poker, mania che Elia ci ha passato... e sei pasto consecutivi con pasta all'amatriciana, visto che avevo comprato 1.5kg di pancetta.
Un'altra cosa: qui tra gli italiani è scoppiata la mania di Immanuel il Casto Divo, artista molto particolare, venuto in causa nel bel mezzo di un discorso con una ragazza americana-giapponese...
Tra 2 giorni Elia va via, felice di aver trovato gli stessi 2 clown che aveva salutato a settembre... aaaaaaa!

mercoledì 30 gennaio 2008

I tre Coviellos...

Io, Emanuele ed Elia siamo dei clown, i clown dell'international house. Dopo 4 mesi e mezzo in cui non abbiamo trovato nessuno al livello dei nostri scherzi, sulla nostra stessa lunghezza d'onda in quanto a battute ed umorismo, l'arrivo di Elia è stato fondamentale, una iniezione di sana comicità gemelli+Elia dopo una lunga astinenza, ma anche la comferma che, nonostante America, UC, ingegneria e cose più o meno strane e nuove, a noi nessuno ci cambia. Ormai, Elia è perfettamente integrato nel contesto (Francesca, non leggere questa frase), tanto da essere ormai parte dell'entità "gemelli".

Lo scorso finesettimana, il secondo di Elia è trascorso in modo abbastanza liscio. In questo momento non mi ricordo cosa abbiamo fatto venerdì, ma sabato c'era il compleanno di un paio di persone, tra cui Eugenio, un amico di Bologna. La festa era così intasate di gente che Emanuele era bagnato per il caldo ed Elia, appena arrivati, ha affermato di non essere mai stato così vicino a ciò che per lui è l'inferno, in termini di densità di persone. La festa è durata fino a che non è arrivato uno dello UCSD Police Department (polizia finta) a mandare tutti via (il che significa in un altro appartamento, un po' più in silenzio). Questa cosa dell'ora del silenzio (all'1 il finesettimana, alle 11 altrimenti) è una pagliacciata degna di questo paese... Ne parlavamo l'altro giorno: non si riesce ancora ad eccettare l'idea che un paese "normale" ponga a 21 anni il limite di fare qualsiasi cosa... sarà per questo che la maggior parte dei posti è vuota anche al finesettimana...
Poi qui è vietato anche bere alcool in un appartamento in cui vive un under 21... La UCSD Police (detta rental police, polizia in affitto, ovvero finta) fa irruzione, senza un mandato, negli appartamenti, avvisata dai Resident Advisor (studenti più sfigati di altri che si impegnano a far divertire di meno questi altri), e prende in nomi di tutti, anche se si sta semplicemente chiacchierando... Provate ad avere il potere, e a non impazzire... Le persone segnalate, ricevono una lettera a casa, in cui ti accusano di spaccio di alcool, anche se magari stavi mangiando delle patatine, e ti tocca andare a dire al direttore della tua casa che nonn hai fatto nulla. Il mio muro vanta una di queste lettere, ma non ho dovuto nemmeno chiedere scusa al resident dean, grazie alla mia dialettica e alla dimostrazione matematica e inconfutabile che non è assolutamente possibile che io abbia consumato alcool e grazie al mio "grande" disappunto di aver ricevuto un tale affronto. Ovviamente il tono è leggermente sarcastico. Però se vengo accusato un altro paio di volte, mi troverò a scrivere su una lavagna enorme, per migliaia di volte, la frase "io non spaccerò alcool", come Bart Simpson.
Ed ecco, ho finalmente visto il film dei simpson in italiano, portato da Elia. Fenomenale. Semplicemente fenomenale. Soprattutto la scena in cui Homer conduce la slitta con i cani: in italiano fa morire "velosc! velosc!...", ancora meglio dell'inglese "run! run!..." Ma anche le gag che abbiamo inventato noi in questi giorni non sono da meno, nonostante disponiamo solo di fette di pancetta, camioncini per la pulizia delle strade, draft NBA e persone che arrivano quando noi andiamo via...
Tra l'altro, giusto per cambiare argomento, io ed Emanuele, sobbarcati di studio, abbimao appena fatto il compitino di Wireless Systems, che credo sia andato bene.

sabato 26 gennaio 2008

Aggiornamento...

La presenza di Elia a San Diego è qualcosa di tremendamente buffo... cioè, mi è sembrata normalissima già dal secondo giorno, ma ogni volta che penso a concetti tipo "oh, guarda, c'è Elia qui a San Diego, e sta parlando con una coreana..." mi viene da ridere. Potremmo scrivere un libro sulle gag ripetitive ed esilaranti che sono nate questi giorni, ma il 90% delle persone non potrebbe coglierne la sottile ironia... Ovviamente, come codifica il teorema di Murphy (uno dei tanti) questa settimana io ed Emanuele abbiamo avuto 2 lezioni in più fissate da un prof, e la prossima settimana abbiamo un esame, più i soliti homework: cioè, più carichi del solito!
Comunque la cosa più importante la abbiamo fatta: mangiare le ciambelle di Homer Simpson, quelle della copertina del DVD e dei cartelloni pubblicitari, quelle con la glassa rosa e gli zuccherini colorati, simpaticiccime ma dolci in modo inverosimile!
Fatburger ormai diventerà la nostra fonte privilegiata di nutrimento, peccato per il nostro fegato: non è Elia che insiste, ma Emauele, che si fa aggiungere anche le uova nei panini...
Dopo 5 mesi che non bevevo mojito, la bevanda tipica che prendevo con Elia da "quella volte di Roma", non so come, sono comparse 2 serate-mojito, bevanda che qui praticamente nonnesiste perchè non è istantanea da preparare e servire per i clienti che non chiedono altro che ubriacarsi, e, se vuoi, te la devi fare a casa, possibilmente spaccando il ghiaccio a mano, con le manio sporche di soldi.
Non avevo realizzato che Elia fosse così fissato con il poker... e stato felicissimo quando ha saputo che qui abbiamo iniziato a giocare ogni martedì sera... il prossimo weekend andiamo a Las Vegas, e forse diventerà ricco! Questo weekend dobbiamo ancora decidere, che c'è un tempo schifoso più o meno ovunque!!!

lunedì 21 gennaio 2008

Quella volta di San Diego!

Lo sapevano tutti tranne me! Cosa? Che è arrivato Elia!
Io sapevo che Elia sarebbe venuto a Febbraio, e che Emanuele sapesse che Elia sarebbe venuto a Marzo e che inoltre Emanuele credesse che Elia mi avesse detto che sarebbe venuto ad Aprile... cioè, stavamo facendo una sorpresa ad Emanuele, che però era a conoscenza di un livello in più di me, ovverò che Elia arrivava il 19 Gennaio!
Ero a casa con Silvia, ad aspettare Emanuele che era andato non so dove... Emanuele entra con gli occhiali di Elia, e mi ci vogliono 2 secondi per realizzare che ero stato gabbato e per moreire dal ridere, trovando la sorpresa fuori dalla porta!!!

Una volta avevo pensato: ma sai che forza se Elia viene a Gennaio e sono io che sto essendo fregato? Ma lo avevo escluso... Poi in effetti mi sembrava strano che Silvia avesse rifiutato la mia proposta di andare da qualche parte per il weekend, senza un apparente motivo... senza un apparente motivo, ma per gestire al meglio l'arrivo di Elia!

Ieri, io, Emanuele e Silvia abbiamo introdotto gli USA ad Elia: siamo cioè andati a mangiare da Fatburger, non sentendoci male nonostante due panini a testa, lo abbiamo portato da Starbucks, a un casinò in una riserva indiana, in un outlet, in un supermercato, per concludere la serata con una festa a casa di Emanuele. Ormai sa tutto della cultura americana.

"Quella volta di San Diego" ha ufficilmente inizio!

giovedì 17 gennaio 2008

Non mi sono dimenticato di voi...

Ultimamente è un po' venuta meno la voglia di scrivere, fondamentalmente perhè ho ricominciato a studiare e ad andare avanti con la tesi. Ma certo non mi dimentico dei miei due o tre appassionati lettori, qui dedico questo interessantissimo post...

Qua, come in Italia, è gennaio, ma in realtà non si direbbe...dopo il freddino che abbiamo dovuto sopportare a dicembre, e dopo la perturbazione di circa 2 settimane fa, in questi giorni fa davvero caldo. Il che significa maglietta a maniche corte il giorno, un giubottino la sera, e la possibilità di andare in spiaggia a prendere il sole! A fare il bagno no, perchè l'acqua è davvero ghiacciata e rende necessario l'uso della tuta impermeabile.
Vicino al campus c'è una spiaggia piuttosto suggestiva, dal nome blacks beach (credo sia dovuto al fatto che la sabbia è nera). Per arrivarci bisogna scendere un sentiero scosceso tra rocce e sabbia, che percorre il centinaio di metri di dislivello, come la spiaggia dei trecento scalini a Gaeta (credo tutti la conoscano). L'unico difetto di blacks beach è che è consentito l'accesso ai nudisti, e bisogna accettare l'idea di veder passare qualche sporadico vecchio grasso, che cammina mostrando felicemente le sue nudità per rovinarci la digestione. Mi chiedo perchè nelle spiagge di nudisti non ci siano mai belle ragazze, ma solo persone disgustose... fortuna che ce ne sono pochi...
Abbondano invece i surfisti, il che mi fa venire voglia di comprare una tavola, cosa che credo farò presto,m perchè mi sembr aintelligentissima: un viaggio in meno, e mi compro la tavola, che poi posso rivendere o portare in Italia, per utilizzarla a Scauri quelle 2 volte all'anno in cui le onde sono alte.

Sono iniziati i nuovi corsi, ormai da 2 settimane: io ed Emanuele stiamo seguendo un corso di digital processing e uno di sistemi wireless, che per ora sembrano interessanti. Il secondo dei due è tenuto dal prof Antony Acampora, dalle chiare origini italiane, con lo stesso cognome del mio amico Lucio!
Inoltre continuiamo ad impegnarci con le tesi, in attesa che arrivino 2 dottorandi da Padova, che dovrebbero essere i nostri correlatori... spero che prima o poi ci contattino!

sabato 12 gennaio 2008

Friday night at the Staples Center

Sapete quando si realizza una di quelle cose che si desiderano da più di 10 anni? Mi è capitato ieri sera, assistendo alla mia prima partita dell'NBA dal vivo, tra Los Angeles Lakers e Milwakee Bucks. Qua, traducendo letteralmente, dicono che i Bucks giocano i Lakers.
Andare a una partita NBA è spettacolare, soprattutto se ti vieni proposto dal tuo coinqulino la mattina stessa e se i biglietti sono gratis. Decima fila all'enorme Staples Center, lo stadio del basket che sorge in Downtown LA, a qualche centinaio di metri dall'inizio della skyline. Lo Staples Center ha circa 18000 posti a sedere, ed ogni partita dei Lakers è sold out da mesi. Ciò vuol dire che è strapieno, praticamente impossibile procurarsi uno dei preziosissimi biglietti. Ma fortuna che c'era Mark!
I numerosi posti a sedere si riempiono molo lentamente, perchè i propietari dei costosissimi abbonamenti annuali (nella zone dove ero seduto io sui 5000$) arrivano davvero con comodo, anche a metà partita. Sarà che loro non è più speciale, visto che in una stagione ci sono decine di partite. In media c'è gente che economicamente se la passa piuttosto bene, tra cui Jack Nikolson, che ha un abbonamento in prima fila e non si perde una partita.
Una partita NBA, dei Lakers per giunta, è un'emozione spettacolare! I giocatori, tra cui spicca Kobe Bryant, sono enormia, delle montagne, e offrono dei numeri incredibili... come nei videogiochi, che quando avevo 12 anni mi hanno reso e appassionato di NBA!
Ma non è solo il gioco in sè, è tutta l'atmosfera che contorna il campo che rende unico questo spettacolo: migliaia di spettatori che più che tifare fanno commenti all'unisono, animazioni al megaschermo, il gruppo che suona animando la partita, le cheerleaders con i loro abitini succinti, la sfida in cui uno spettatore prova a fare canestro da metà campo... e c'è ne era una in più: lo spondor Jack in the box (una catena di fast food) avrebbe offerto a tutti i presenti un buono per 2 tacos omaggio nel caso in cui i Lakers avessero vinto mantenendo i Bucks sotto i 100 punti. Fenomenale quando, a 15 secondi dalla fine, i Bucks hanno segnato un tiro da 3 quando erano a 99, facendo perdere il premio a miglieie di persone che intonavano "we want tacos". Alla fine i Lakers hanno vinto per 110 a 105, tra un fiume di persone che abbandonavano l'arena per arrivare alle macchine e battere il traffico.