Tornerei all'istante a New York, forse anche a viverci! Questa visita superficiale e frettolosa durata una settimana mi ha fatto innamorare di questa città, che è 1000 volte meglio di Los Angeles e San Francisco messe insieme, nonostante faccia decisamente più freddo... Che posso raccontare per riassumere i sette giorni, le centinaia foto e le decine di posti che hanno caratterizzato questo viaggio? Certamente la mia intenzione non è di redarre una guida, in quanto sarebbe fatta ancora peggio di quella che ho comprato buttando $20. Racconterò qualcosa a caso...
Dopo l'arrivo al JFK, il primo impatto con NY è stato la metropolitana, per gli amici subway. Due cose mi hanno stupito: la quantita di persone di colore (che in California quasi non ci sono) e il fatto che quasi ogni persona (di ogni colore), seduta o in piedi nei vagoni, potrebbe essere descritta come "caso umano". In metropolitana si vede di tutto, e accade di tutto... gente che all'improvviso crolla dal sedile perchè piena di droga, gente che si vomita addosso, persone che si azzuffano con qualcuno finisce in manette. L'episodio più interessante è stato martedì, quando abbiamo incontrato un gruppo di quattro ragazzi di colore, Gucci e Prada da capo a piedi, che si vantavano di lavorare 30 minuti al giorno e di potersi permettere quello che indossavano... In metropolitana hanno cominciato a dare fastidio a tutti (ma solo a quelli di colore) e uno ha preso a pugni un vecchio. Un'altro componente della gang è stato arrestato, avendo la colpa di essere stato seduto. Poi un gruppo di ragazze hanno iniziato a picchiare un terzo elemento, ché non aveva difeso il compagno ingiustamente ammanettato... Il terzo elemento ha reagito e sono intervenuti due obesi a massacrarlo e a quel punto abbiamo cambiato vagone per non beccarci un proiettile vagante. Tutti gli altri giorni ho sperato di assistere a un episodio del genere, purtroppo invano...
L'albergo era nella parte est di Brooklin, ovvero abbastanza fuori. Il Quality Inn di Brooklin, l'unica costruzione decente, non in rovina o quasi, attorno alla fermata Broadway Junction dell'A Train, la linea che collega Brooklin a Manhattan e poi Harlem, treno tema dello standard jazz che Duke Ellington trasformò nel suo pezzo di punta.
L'hotel era pulitissimo, comodo (con letti così morbidi che facevano male alla schiena), con personale gentile. E la zona era piena di auto della polizia: sicura o insicura?
Tutto il nostro tempo è trascorso a Manhattan, la parte più famosa di New York e, a mio avviso, la più interessante. Trovarsi in luoghi finora visti solamente nei film è davvero coinvolgente. Central Park, contornato da grattacieli, in cui abbiamo anche pattinato sul ghiaccio. L'Empire State Building e la vista mozzafiato che offre su tutta la città dopo il tramonto, al caro prezzo di 19$ a persona. Ground Zero, che è un enorme cantiere, sede di un futuro giardino commemorativo che sarà contornato da torri ancora più altre delle Twin Tower, tra cui la esagerata Freedom Tower. Il ponte di Brooklin, che abbiamo attraversato a piedi sia di giorno che di notte, da cartolina sotto tutti i punti di vista e sotto cui sorge l'ottima pizzeria Grimaldi's (nulla a che vedere con l'Italia). Il traghetto per Staten Island, che regala un vista (gratis, almeno questo) su Manhattan e la Statua della Libertà. Greenwich Village con le sue stradine, le case di mattoni con le scale antincendio all'esterno, la storica Bakery Magnolia con le sue costosissime e deludenti cup-cakes, e i locali notturni, tra cui il famoso Blue Note in cui abbiamo sentito un eccentrico gruppo jazz e in cui mi sono preso un listino come omaggio. Fifth Avenue e tutti i negozi esageratamente costosi in cui non ho comprato nulla. Time square, piena di luci, sede niente meno che di M&Ms World. Broadway e i Musical così costosi di cui non abbiamo trovato i biglietti. Little Italy, che di italiano ha solo i nomi dei ristoranti, gestiti da messicani e in cui la pasteira e gli struffoli fanno ovviamente pena. Chinatown, piena solo di ristoranti orientali e scritte cinesi, dove abbiamo scoperto l'ottima ed economica cucina malese. Il financial district con Wall Street e la borsa, sulla quale spicca un disegno di Snoopy. I taxi gialli, più numerosi delle macchine. E anche gli scoiattoli, cui sono riuscito a fare mangiare una tortina al cioccolato. Il cabaret, dove il più delle volte ridi perchè ridono gli altri. E perchè no Bubba Gump è il suo dolce al cioccolato, i tombini da cui escono nuvole di fumo, la gente così diversa dalla California, i venditori di Hot Dog ogni 100 metri, gli Starbucks anche essei ogni 100 metri, i musicisti di colore, i ristoranti più o meno ovunque tranne dove li vorresti, la Knitting Factory (un locale che abbimao abbandonato dopo mezz'ora, prima che i nostri vestiti si riempissero di fumo), il BB King Blues Club (dove suonano la musica più povera della storia, il blues, e si fanno pagare 50 $ per delle costolette di maiale, e dove ovviamente non abbiamo mangiato). E l'onomastico di Emauele, che da me ha ricevuto solo una matita di Bubba Gump visto che aveva già avuto i biglietti dei Lakers.
Chiaramente questo è solo un elenco senza sentimenti di alcune cose che mi sono venute in mente in questo momento. Forse rimarrà solo un elenco, forse aggiungerò altro, chi lo sa. Fatto sta che New York è una città che vale la pena di essere visitata, anche se per una sola volta e per una sola settimana. Certo, ne abbiamo visto solo la superficie, non abbiamo avuto tempo e modo di viverla pienamente, dal suo interno, siamo stati per lo più degli spettatori arrivati e partiti così in fretta senza lasciare traccia... non abbiamo lasciato nulla alla città, a parte i nostri soldi, ma New York ci ha regalato (o meglio venduto) tante emozioni, ci ha offerto spettacoli e luoghi tra loro così contrastanti, ci ha permesso di vivere tante belle esperienze rese belle soprattutto dalla compagnia (io, Emanuele, Silvia, gli amici milanesi Gioele, Paola e Livia con il ragazzo Terzo e l'amico Dave), e, almeno per quanto mi riguarda, la voglia di tornarci prima o poi.
martedì 1 aprile 2008
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11 commenti:
meglio di san francisco ? impossibile! poi gusti sono gusti se ti piace il freddo e la neve di inverno e' il posto giusto
beh, non era inverno! e non c'era la neve... la sera faceva un po' freddino, e avrei avuto bisogno di un giubbotto più pesante.
beh, dai, facciamo così: vado un altra volta a San Francisco per fare meglio il confronto!
sono contento che ti sia piaciuta la grande mela. Finalmente ho modo di confrontare le tue riflessioni con qualcosa che ho visto con i miei occhi.
Anche a me la subway aveva colpito molto....tutti con i "beveroni" in mano e gli auricolari nelle orecchie.... e le folle muoversi in pochi secondi da una parte all'altra del ventre di Time Square.
Un autentico concentrato di emozioni americane.
Ciao!
Dottor Nicola! Ma un salto in California lo fai o no?
Eh, proprio vero, non c'è più religione... anche qui a Roma mi aspetto sempre di vedere qualche bella rissa (rissa, non russa) almeno tra automobilisti e conducenti d'autobus, ma niente da fare, non ci sono più le belle litigate di una volta con qualche bella frase idiomatica (a fijo de na...) o qualche bella scazzottata.
Omonimo, ti ricordi della barzelletta del crick del 600?
La ricordo persono io!!!
persono? PESRONO? che significa persono?
e io ti pago la california? per non imparare l'inglese e dimenticare l'italiano!?
e io ti pago per dire peSrono??? per aggiungere errori agli errori????
ma a chi non la conosce nessuno la racconta???
Eh, io no. Liorenzo raccontala tu o falla raccontare del mio omonimo.
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