mercoledì 30 gennaio 2008

I tre Coviellos...

Io, Emanuele ed Elia siamo dei clown, i clown dell'international house. Dopo 4 mesi e mezzo in cui non abbiamo trovato nessuno al livello dei nostri scherzi, sulla nostra stessa lunghezza d'onda in quanto a battute ed umorismo, l'arrivo di Elia è stato fondamentale, una iniezione di sana comicità gemelli+Elia dopo una lunga astinenza, ma anche la comferma che, nonostante America, UC, ingegneria e cose più o meno strane e nuove, a noi nessuno ci cambia. Ormai, Elia è perfettamente integrato nel contesto (Francesca, non leggere questa frase), tanto da essere ormai parte dell'entità "gemelli".

Lo scorso finesettimana, il secondo di Elia è trascorso in modo abbastanza liscio. In questo momento non mi ricordo cosa abbiamo fatto venerdì, ma sabato c'era il compleanno di un paio di persone, tra cui Eugenio, un amico di Bologna. La festa era così intasate di gente che Emanuele era bagnato per il caldo ed Elia, appena arrivati, ha affermato di non essere mai stato così vicino a ciò che per lui è l'inferno, in termini di densità di persone. La festa è durata fino a che non è arrivato uno dello UCSD Police Department (polizia finta) a mandare tutti via (il che significa in un altro appartamento, un po' più in silenzio). Questa cosa dell'ora del silenzio (all'1 il finesettimana, alle 11 altrimenti) è una pagliacciata degna di questo paese... Ne parlavamo l'altro giorno: non si riesce ancora ad eccettare l'idea che un paese "normale" ponga a 21 anni il limite di fare qualsiasi cosa... sarà per questo che la maggior parte dei posti è vuota anche al finesettimana...
Poi qui è vietato anche bere alcool in un appartamento in cui vive un under 21... La UCSD Police (detta rental police, polizia in affitto, ovvero finta) fa irruzione, senza un mandato, negli appartamenti, avvisata dai Resident Advisor (studenti più sfigati di altri che si impegnano a far divertire di meno questi altri), e prende in nomi di tutti, anche se si sta semplicemente chiacchierando... Provate ad avere il potere, e a non impazzire... Le persone segnalate, ricevono una lettera a casa, in cui ti accusano di spaccio di alcool, anche se magari stavi mangiando delle patatine, e ti tocca andare a dire al direttore della tua casa che nonn hai fatto nulla. Il mio muro vanta una di queste lettere, ma non ho dovuto nemmeno chiedere scusa al resident dean, grazie alla mia dialettica e alla dimostrazione matematica e inconfutabile che non è assolutamente possibile che io abbia consumato alcool e grazie al mio "grande" disappunto di aver ricevuto un tale affronto. Ovviamente il tono è leggermente sarcastico. Però se vengo accusato un altro paio di volte, mi troverò a scrivere su una lavagna enorme, per migliaia di volte, la frase "io non spaccerò alcool", come Bart Simpson.
Ed ecco, ho finalmente visto il film dei simpson in italiano, portato da Elia. Fenomenale. Semplicemente fenomenale. Soprattutto la scena in cui Homer conduce la slitta con i cani: in italiano fa morire "velosc! velosc!...", ancora meglio dell'inglese "run! run!..." Ma anche le gag che abbiamo inventato noi in questi giorni non sono da meno, nonostante disponiamo solo di fette di pancetta, camioncini per la pulizia delle strade, draft NBA e persone che arrivano quando noi andiamo via...
Tra l'altro, giusto per cambiare argomento, io ed Emanuele, sobbarcati di studio, abbimao appena fatto il compitino di Wireless Systems, che credo sia andato bene.

sabato 26 gennaio 2008

Aggiornamento...

La presenza di Elia a San Diego è qualcosa di tremendamente buffo... cioè, mi è sembrata normalissima già dal secondo giorno, ma ogni volta che penso a concetti tipo "oh, guarda, c'è Elia qui a San Diego, e sta parlando con una coreana..." mi viene da ridere. Potremmo scrivere un libro sulle gag ripetitive ed esilaranti che sono nate questi giorni, ma il 90% delle persone non potrebbe coglierne la sottile ironia... Ovviamente, come codifica il teorema di Murphy (uno dei tanti) questa settimana io ed Emanuele abbiamo avuto 2 lezioni in più fissate da un prof, e la prossima settimana abbiamo un esame, più i soliti homework: cioè, più carichi del solito!
Comunque la cosa più importante la abbiamo fatta: mangiare le ciambelle di Homer Simpson, quelle della copertina del DVD e dei cartelloni pubblicitari, quelle con la glassa rosa e gli zuccherini colorati, simpaticiccime ma dolci in modo inverosimile!
Fatburger ormai diventerà la nostra fonte privilegiata di nutrimento, peccato per il nostro fegato: non è Elia che insiste, ma Emauele, che si fa aggiungere anche le uova nei panini...
Dopo 5 mesi che non bevevo mojito, la bevanda tipica che prendevo con Elia da "quella volte di Roma", non so come, sono comparse 2 serate-mojito, bevanda che qui praticamente nonnesiste perchè non è istantanea da preparare e servire per i clienti che non chiedono altro che ubriacarsi, e, se vuoi, te la devi fare a casa, possibilmente spaccando il ghiaccio a mano, con le manio sporche di soldi.
Non avevo realizzato che Elia fosse così fissato con il poker... e stato felicissimo quando ha saputo che qui abbiamo iniziato a giocare ogni martedì sera... il prossimo weekend andiamo a Las Vegas, e forse diventerà ricco! Questo weekend dobbiamo ancora decidere, che c'è un tempo schifoso più o meno ovunque!!!

lunedì 21 gennaio 2008

Quella volta di San Diego!

Lo sapevano tutti tranne me! Cosa? Che è arrivato Elia!
Io sapevo che Elia sarebbe venuto a Febbraio, e che Emanuele sapesse che Elia sarebbe venuto a Marzo e che inoltre Emanuele credesse che Elia mi avesse detto che sarebbe venuto ad Aprile... cioè, stavamo facendo una sorpresa ad Emanuele, che però era a conoscenza di un livello in più di me, ovverò che Elia arrivava il 19 Gennaio!
Ero a casa con Silvia, ad aspettare Emanuele che era andato non so dove... Emanuele entra con gli occhiali di Elia, e mi ci vogliono 2 secondi per realizzare che ero stato gabbato e per moreire dal ridere, trovando la sorpresa fuori dalla porta!!!

Una volta avevo pensato: ma sai che forza se Elia viene a Gennaio e sono io che sto essendo fregato? Ma lo avevo escluso... Poi in effetti mi sembrava strano che Silvia avesse rifiutato la mia proposta di andare da qualche parte per il weekend, senza un apparente motivo... senza un apparente motivo, ma per gestire al meglio l'arrivo di Elia!

Ieri, io, Emanuele e Silvia abbiamo introdotto gli USA ad Elia: siamo cioè andati a mangiare da Fatburger, non sentendoci male nonostante due panini a testa, lo abbiamo portato da Starbucks, a un casinò in una riserva indiana, in un outlet, in un supermercato, per concludere la serata con una festa a casa di Emanuele. Ormai sa tutto della cultura americana.

"Quella volta di San Diego" ha ufficilmente inizio!

giovedì 17 gennaio 2008

Non mi sono dimenticato di voi...

Ultimamente è un po' venuta meno la voglia di scrivere, fondamentalmente perhè ho ricominciato a studiare e ad andare avanti con la tesi. Ma certo non mi dimentico dei miei due o tre appassionati lettori, qui dedico questo interessantissimo post...

Qua, come in Italia, è gennaio, ma in realtà non si direbbe...dopo il freddino che abbiamo dovuto sopportare a dicembre, e dopo la perturbazione di circa 2 settimane fa, in questi giorni fa davvero caldo. Il che significa maglietta a maniche corte il giorno, un giubottino la sera, e la possibilità di andare in spiaggia a prendere il sole! A fare il bagno no, perchè l'acqua è davvero ghiacciata e rende necessario l'uso della tuta impermeabile.
Vicino al campus c'è una spiaggia piuttosto suggestiva, dal nome blacks beach (credo sia dovuto al fatto che la sabbia è nera). Per arrivarci bisogna scendere un sentiero scosceso tra rocce e sabbia, che percorre il centinaio di metri di dislivello, come la spiaggia dei trecento scalini a Gaeta (credo tutti la conoscano). L'unico difetto di blacks beach è che è consentito l'accesso ai nudisti, e bisogna accettare l'idea di veder passare qualche sporadico vecchio grasso, che cammina mostrando felicemente le sue nudità per rovinarci la digestione. Mi chiedo perchè nelle spiagge di nudisti non ci siano mai belle ragazze, ma solo persone disgustose... fortuna che ce ne sono pochi...
Abbondano invece i surfisti, il che mi fa venire voglia di comprare una tavola, cosa che credo farò presto,m perchè mi sembr aintelligentissima: un viaggio in meno, e mi compro la tavola, che poi posso rivendere o portare in Italia, per utilizzarla a Scauri quelle 2 volte all'anno in cui le onde sono alte.

Sono iniziati i nuovi corsi, ormai da 2 settimane: io ed Emanuele stiamo seguendo un corso di digital processing e uno di sistemi wireless, che per ora sembrano interessanti. Il secondo dei due è tenuto dal prof Antony Acampora, dalle chiare origini italiane, con lo stesso cognome del mio amico Lucio!
Inoltre continuiamo ad impegnarci con le tesi, in attesa che arrivino 2 dottorandi da Padova, che dovrebbero essere i nostri correlatori... spero che prima o poi ci contattino!

sabato 12 gennaio 2008

Friday night at the Staples Center

Sapete quando si realizza una di quelle cose che si desiderano da più di 10 anni? Mi è capitato ieri sera, assistendo alla mia prima partita dell'NBA dal vivo, tra Los Angeles Lakers e Milwakee Bucks. Qua, traducendo letteralmente, dicono che i Bucks giocano i Lakers.
Andare a una partita NBA è spettacolare, soprattutto se ti vieni proposto dal tuo coinqulino la mattina stessa e se i biglietti sono gratis. Decima fila all'enorme Staples Center, lo stadio del basket che sorge in Downtown LA, a qualche centinaio di metri dall'inizio della skyline. Lo Staples Center ha circa 18000 posti a sedere, ed ogni partita dei Lakers è sold out da mesi. Ciò vuol dire che è strapieno, praticamente impossibile procurarsi uno dei preziosissimi biglietti. Ma fortuna che c'era Mark!
I numerosi posti a sedere si riempiono molo lentamente, perchè i propietari dei costosissimi abbonamenti annuali (nella zone dove ero seduto io sui 5000$) arrivano davvero con comodo, anche a metà partita. Sarà che loro non è più speciale, visto che in una stagione ci sono decine di partite. In media c'è gente che economicamente se la passa piuttosto bene, tra cui Jack Nikolson, che ha un abbonamento in prima fila e non si perde una partita.
Una partita NBA, dei Lakers per giunta, è un'emozione spettacolare! I giocatori, tra cui spicca Kobe Bryant, sono enormia, delle montagne, e offrono dei numeri incredibili... come nei videogiochi, che quando avevo 12 anni mi hanno reso e appassionato di NBA!
Ma non è solo il gioco in sè, è tutta l'atmosfera che contorna il campo che rende unico questo spettacolo: migliaia di spettatori che più che tifare fanno commenti all'unisono, animazioni al megaschermo, il gruppo che suona animando la partita, le cheerleaders con i loro abitini succinti, la sfida in cui uno spettatore prova a fare canestro da metà campo... e c'è ne era una in più: lo spondor Jack in the box (una catena di fast food) avrebbe offerto a tutti i presenti un buono per 2 tacos omaggio nel caso in cui i Lakers avessero vinto mantenendo i Bucks sotto i 100 punti. Fenomenale quando, a 15 secondi dalla fine, i Bucks hanno segnato un tiro da 3 quando erano a 99, facendo perdere il premio a miglieie di persone che intonavano "we want tacos". Alla fine i Lakers hanno vinto per 110 a 105, tra un fiume di persone che abbandonavano l'arena per arrivare alle macchine e battere il traffico.

lunedì 7 gennaio 2008

Las Vegas!!!


Ma quante volte capita l'occasione di trascorrere un weekend nel Luxor di Las Vegas, per di più con una ragazza bellissima?
Non tante, credo... quindi, avendone l'opportunità, mi sono svegliato venerdì mattina, e ancora annebbiato dal sonno, ho iniziatro a percorrere con Silvia i 550 km che separano San Diego dalla luminosa città del Nevada. Arrivare a Las Vegas passato il tramonto è fenomenale: per ore guidi nel nulla e all'improvviso ti trovi immerso nello sfavillante gioco di luci dello Strip, la strada con tutti i moderni hotel-casinò, il cui vero nome sarebbe Las Vegas Boulevard. Le foto sui giornali e i servizi in TV non rendono più di tanto!

Io ho scelto una camera nella piramide del Luxor, ambientato nell'antico Egitto. Le camere si sviluppano in 30 piani lungo la superficie della piramide, e i corridoi si affacciano all'interno: si può ammirare un casino circondato da statue di faraoni, sfindi, edifici egizi. Il tutto è davvero esagerato, ma questo è il bello di Las Vegas.
Bisogna vivere di notte, perchè è quando caòla il buio che la città libera tutto il suo fascino... molti la hanno criticata giudicandola una città falsa e finta... Io in Las Vegas non ho cercato nessuna spiritualità, ma solo divertimento: e, assicuro, se ne trova tanto!
Non può mancare la visita ai principali hotel-casinò dello Strip, ognuno con una sua ambientazione, ognuno caratterizzato da un'asplosione di luci all'esterno e da un casinò all'interno. L'Excalibur è ambientato nel Medio Evo, e all'esterno si erige un castello con torri di tinte pastello, luminosissimo.Il New York New York è una riproduzione di New York: i grattaceli, la statua della liberta, il ponte di Brooklyn, le stradine dei quartieri più vecchi. Il Paris invece ci proietta ai piedi della Torre Eiffel e ci dà l'impressione di trovarsi all'esterno grazie al suo soffitto che rappresenta cielo e nuvole. Il Caesar Palace è una ricostruzione dell'antica Roma, con persino un Colosseo, la fontana di trevi, la fontana di Nettuno di piazza Navona. Poi c'è l'elegantissimo Bellagio con la sua enomre fontana che ogni mezz'ora si anima con fenomenali giochi d'acqua che accompagnano brani musicali, il Venetian con Rialto, il Palazzo Ducale, le gondole e i gondolieri... il Mirage, che ospita una tigre albina (poveretta), il Circus con i suoi spettacoli circensi tra le roulette e le slot machines.
E ce ne sono molti altri, ognuno con migliaia di camere, il suo centro commerciale e il suo grande casinò. E un sacco di gente che gioca montagne di soldi e, statisticamente, li perde, facendo la fortuna dei proprietari di questi mega-resort.

Las Vegas non è solo gioco d'azzardo, ma offre molte altre attrazioni: ci sono alcune tra le più belle discoteche degli USA, un sacco di locali caratteristici, una marea di strip-club. Inoltre ci sono tantissimi buffet all-you-can-eat- Io e Silvia abbiamo fatto un pranzo al buffet del Paris e una colazione al buffet del Luxor. Si paga non troppo e si può scoppiare per la quantità di cibo, di qualità niente male, considerando che siamo in america.
Sabato sera ho portato Silvia al Rain, uno dei più rinomati club (leggi discoteche) della città, con luci che si muovono e nuvole di fuoco che ogni tanto accompagnano la musica. Il posto è un po' umido, perchè ogni tanto viene diffusa acqua per giustificare il nome del locale. Mi è piaciuto, e non è più caro del Villa Bonin.
Una cosa molto comoda sono i parcheggi enormi e gratis, uno al fianco di ciascun hotel...
A proposito, dimenticavo... Abbiamo giocato ben pochi soldi, tipo 10$ alle slot, perchè per giocare a black jack la puntata minima è 15$, e per giocare a poker bisogna presentarsi almeno con 500$... bisogna potersi permettere di perdere molti soldi, non si scherza mica nei templi del gioco d'azzardo di Las Vegas!
Per non scrivere troppo, mi tocca concludere... Questo weekend con Silvia è stato bellissimo, una degna conclusione del winter breck (o come cavolo si scrive), prima di tornare a studiare (ho lezione tra un'ora e mezza). Las Vegas è una città senza dubbio divertente (magari bisogna prenderla a piccole dosi, come ho fatto io), una metà da non perdere per chi ha almeno 21 anni.

giovedì 3 gennaio 2008

Il primo post del 2008...

Siamo già al 3 gennaio, il 4 in Italia, e non ho ancora scritto niente! Ero rimasto agli auguri per il nuovo anno... e in realtà non avevo raccontato nulla dei giorni a San Diego dopo il mio ritorno dal Messico e il ritorno di Emanuele da Nuova York!
Il primo giorno dopo il Messico, venerd' scorso, sono andato con Silvia allo zoo si San Diego, uno dei più grandi del mondo: ci sono tantissimi animali, ma quelli che mi hanno colpito di più sono gli ippopotami, che ho potuto ammirare mentre oziavano in acqua, attraverso una parete di vetro che gli ingrandisce, e quando facevano affiorare le narici per respirare... purtroppo non ho potuto vederli mentre rotevano le orecchie in segno di saluto... Da notare anche la presenza dell'orso polare, povero disgraziato! Come fa a resistere tutto l'anno così a sud? E poi stava mangiando insalata e carote, quando io credevo fosse carnivoro... La giraffa purtroppo non 'cera, non ho capito se sia prossimo il suo arrivo o sia solo in vacanza: ma rimpiangerò sempre quella volta allo zoo safari in cui ho chiuso il finestrino a non le ho permesso di mettere la testa nella mia macchina!
Una nota di merito per lo zoo di San Diego è che è in corso un complesso programma di reinserimento di animali a rischio di estinzione nei loro habitat naturali. Vedere tutti questi animali è stato divertentissimo, sia per me che per Silvia, anche se non sono riuscito a toccare nemmeno un'anatra o a farmi mordere da una iena...
La sera è arrivato Emanuele da New York, entusiasta di vedermi e con il film dei Simpson come regalo: incredibile, ma devo ammettere che non lo ho ancora visto!!!
Sabato siamo andati da Mark nella Orange County (case fantastiche con decorazioni di Natale incredibili), a cena, con l'obiettivo di andare a Newport (dove Silvia mi dice sia ambientato il noto telefilm The OC, che non ho mai visto). Mark però ha scelto di portarci ad Hunnington Beach, subito a nord, perchè sostiene che i locali siano più cool! Il posto non era male, ma Newport prima o poi lo dovremo vedere...
Domenica non abbimao fatto nulla, a parte andare in un outlet al confine con il Messico, ovvero a mezz'ora da casa (ho detto casa? aaaaaaaaa!), dove la roba quasi la regalano, se consideriamo i prezzi esagerati che siamo costretti a pagare in Italia persino per una semplice maglietta! Basti dire che una polo Ralph Lauren costa massimo 35$, quattro volte meno che da noi...

Ah giusto, poi c'è il Capodanno e la festa all'Hilton di La Jolla, festa presunta elegante, con giacca in teoria obbligatoria, ma che io non avevo e che tutti lasciavano in guardaroba... Conoscevo solo Emanuele, Silvia e Liz (chi è Liz?), ma è stata una festa divertentissima! per tutti, e con open bar... il racconto dei dettagli avverrà solo per via strettamente privata con pochi prescelti tipo Elia... metterò nel sito delle foto un po' di scatti della festa, ma solo della prima parte della serata, perchè poi non abbiamo più fatto foto decenti, solo foto sfocate e filmini che sono un vero tributo all'ilarità (però sono venuti male).

E infine Disneyland, il 2 gennaio... che delusione!!! è un parco solo per bambini piccoli! Ed è anche difficile incontrare i personaggi per farsi una foto... le scenografie sono simpatiche, soprattutto la città di Topolino (una delle sezioni del parco, che è come i fumetti), ma le giostre sono poco divertenti (perchè pensate per i bambini), e accessibili solo dopo code lunghissime, visto il periodo di vacanze; la parata dei personaggi Disney è l'unica cosa degna di nota, perchè passano tutti gli amici della nostra infanzia, compresi Cip e Ciop, che qui si chiamano Chip and Dale. Non mi permetto di criticare Disneyland, perchè voglio bene a tutti i personaggi, ma davero non è per bambini grandi come noi, e infatti ora capisco perchè Mark ed altri mi hanno consigliato di andare in altri parchi... E io ed Emanuele, che siamo furbi, ci siamo fatti anche il pass annuale, convinti di andarci un sacco di volte...

Vorrei raccontare di tutti i cibi che ho cucinato in questi giorni per Silvia ed Emanuele, ma vi risparmio la noia!