Ci sono dei giorni che credi non sia possibile arrivino per davvero. Non ché li temi, non ché li attendi con ansia, semplicemente sembrano così lontani e assurdi da non dare peso alla loro realtà. Pensi che 304 giorni non possano passare, e invece ti scivolano tra le mani: è il momento di tornare a casa.
Una nuova traversata, su una rotta già percorsa. Dieci mesi fa rincorrevamo il sole, con un bagaglio di aspettative e punti interrogativi. Domani si vola nel verso opposto, carichi di esperienze ed emozioni di cui con questo blog ho cercato farvi assaporare la superficie.
Ora ci si aspetterebbe il post dei bilanci e delle conclusioni. Ma mi sento ancora così immerso in tutto ciò che abbandonerei ogni oggettività per lasciare spazio a puro e poco giornalistico sentimentalismo. Talvolta i sentimenti stanno meglio su una Moleskine o semplicemente al loro posto, in quanto altrimenti darebbero voce a un guazzabuglio di pensieri contrastanti.
Sono allo stesso tempo contento ed amareggiato di dover partire, mi sembra quasi scontato scriverlo. Ho vissuto qui per un anno, mi si sono presentate occasioni che non avrei immaginato, sono stato in grado di coglierne una parte e ne ho lasciate sfuggire altrettante, ho conosciuto un sacco di gente interessante, mi sono immerso in una cultura estremamente diversa dalla mia, ho viaggiato più che nel resto della mia vita (da New York alle Hawaii, per farla breve).
Se devo essere sincero, la più grande paura è starmene lontano per due mesi da Emanuele, che rimarrà qui per trascorrere l'estate insieme alla coreana Liz. Stare senza mio fratello per un periodo così lungo potrebbe rivelarsi noioso. Il resto non mi preoccupa più di tanto.
Però una cosa è certa: questo è il post conclusivo del mio blog, partito a gonfie vele e ultimamente così avaro nel numero di post, tenuto vivo dai vostri interventi, che hanno dato un senso ai miei racconti. Sarà interessante rileggere tutto, dall'inizio alla fine, anche se ciò non significherà affatto rivivere le emozioni di cui sono stato il protagonista, il co-protagonista o magari semplicemente il saccente critico. Certe emozioni possono essere vissute una sola volta, dall'arrivo all'Hilton di LAX, quell'ambiente che mi pareva quasi irreale, al prossimo pranzo da In&Out, il mio saluto a San Diego e alla California.
Qui si chiude qualcosa che non voglio nominare semplicemente "un capitolo della mia vita". Qui non termina solamente un anno di studio all'estero. Qui termina il mio anno in California, una cosa non da tutti i giorni, una cosa che lascia il suo segno in modo così inaspettato e indelebile... in attesa di ispirazione per nuovi e interessanti sviluppi che non vedo l'ora di condividere con tutti voi.
E da San Diego è tutto,
Lorenzo
martedì 8 luglio 2008
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16 commenti:
...
......
Che dire....oramai Il Giorno sta arrivando!!!
Come già ti ho preannunciato, non riuscirò ad essere in aereportuale ( e purtroppo non è uno scherzo, come gira voce in questi giorni...)
Ti attenderò in via Pirandello all'altezza del civico 13, uno, nessuno, e centomila Elia pronti a farti rimpiangere di essere stato via un anno dall'Italia (ovviamente, come consuetudine,fallirò anche in questo..)
gne
renditi conto del tuo fardello: non farmi sentire troppo la mancanza di Emanuele...
Dovrai essere reperibile in ogni secondo, pensare cose nuove e divertenti, esprimerti in modo cafone, mangiare come un maiale, suonare la chitarra, diventare muscolosissimo...
tutto senza farmi pensare "Elia è cambiato, non lo voglio più!"
cioè, io non so se ti chiamo, ma forse di sicuro mi sa di sì, quindi tienti libero.
e' stato un piacere seguire le vostre avventure.
saluti da Los Angeles
grande arco! tornavi due giorni prima e vedevi zennaro camminare mezzo nudo per il centro....
buon ritorno!
quandto vorrei scrivere l'ultimo commento per questo blog...Ho seguito ogni singolo post da quando siete partiti ad oggi!Ci vediamo presto!
P@n1z
stava quasi diventando una piacevola consuetudine leggere questo blog....non si è mai cancellato dalla cronologia.... un caro saluto.
Nick
ma vi pare che ho preso una multa perché, avendo parcheggiaot in discesa, non ho girato le ruote verso il marciapiede????? ma sti americani di merda non capiscono che una macchina con freno a mano e retromarcia inserita non piuò andare avanti in discesa?!?!?!?!
i poliziotti americani sono un branco di teste di cazzo, penso sia risaputo!
"In questo Stato le macchine in discesa vanno parcheggiate con le ruote girate verso il marciapiede.."
Elia
e magari bisogna anche avere entrambi i fanali funzionanti...
forse andava bene lo stesso se ci mettevi un sasso davanti alla ruota...
fantastico!
VOGLIO ESSERE L'ULTIMO A CHIUDERE IL BLOG!
(ora si scatenerà la gara, ma resto il primo-ultimo)
Pappappero!
non vale, ero io a scrivere il precedente post! perché mi ha messo "anonimo"? non sono anonimo!
no, no sei anonomimo, ma lo fosti
ciao ragazzi, mi chiamo Pasquale Zumbo e sono un giornalista. Il mio blog è in pratica un sito di info (e infatti è ormai una testata giornalistica) sulla Calabria, la mia regione, ma vorrei ampliare la mia "offerta" con contributi provenienti dagli italiani che vivono all'estero. Vi andrebbe di scrivere qualcosa, per esempio una volta a settimana, e raccontarmi il lifestyle Usa, commentare le notizie (belle o meno) provenienti dall'America o anche solo parlare da italiani all'estero (come si vive e lavora lì, i vostri aneddoti curiosi, come percepite l'Italia a distanza e come viene percepito negli USA).
Possiamo fare anche scambio di link (loghi) sui nostri rispettivi blog se vi va...
Fatemi sapere.
Grazie e a presto
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